Mentre in Gran Bretagna esce per la prima volta in formato digitale, il romanzo You Must Be Kidding! del 1979 di James Hadley Chase in Italia diventa il primo titolo di una nuovissima collana: I Classici ORO del Giallo Mondadori, uscita speciale degli storici “Classici” mondadoriani.
Poco conosciuto in Italia in quanto apparso per la prima ed unica volta nel 1981 - nel numero 1666 de Il Giallo Mondadori - Ma vuoi scherzare? torna questo mese in edicola: il celebre autore londinese tiene a battesimo questa nuova collana.
Ecco la trama:
Ken Brandon, assicuratore, si è preso un grosso rischio nella sua quieta esistenza di marito e impiegato modello. La promozione a direttore di una nuova filiale è la parte buona della notizia. Quella cattiva è che deve dividere l’ufficio con Karen, la sensuale e disinibita figlia del suo capo. La routine coniugale non può competere con le promesse di quel corpo da favola. Karen gli legge negli occhi il desiderio, del resto lei vuole la stessa cosa. Basta approfittare della prima occasione per rifugiarsi in una casetta sulla spiaggia e dare libero sfogo alle passioni. Purtroppo per loro, qualcuno ha dato sfogo nei paraggi a un altro genere di impulso. E di fronte al cadavere orrendamente mutilato di una ragazza, il sogno d’amore proibito di Ken Brandon si trasforma in un incubo di morte.
Ecco l’incipit del romanzo:
Ken Brandon aprì la porta della sua casa ed entrò nell’atrio.
— Ciao, tesoro! Sono a casa — gridò. — Dove sei?
— In cucina... dove vuoi che sia? — urlò la moglie. — Sei tornato presto.
Lui si avviò verso l’attrezzatissima cucina dove sua moglie stava preparando la cena. Si fermò sulla soglia e la guardò.
I Brandon erano sposati da quattro anni e quegli anni non avevano smorzato i sentimenti di Ken per la moglie. Snella, bionda e più attraente che bella, Betty Brandon non era efficiente soltanto come donna di casa, ma anche come segretaria del dottor Heintz; e doveva esserlo poiché il dottor Heintz era il ginecologo più rinomato di Paradise City. Betty guadagnava cinquanta dollari la settimana più di Ken; la cosa irritava segretamente il marito, ma i guadagni di lei rendevano loro possibile un tenore di vita di cui entrambi erano soddisfatti, con due automobili e un grazioso bungalow in un buon quartiere residenziale; potevano anche mettere qualcosa da parte per l’avvenire.
Ken era agente capo della Paradise Assurance Corporation. Aveva un discreto stipendio e per competere con i guadagni della moglie faceva spesso degli straordinari fuori ufficio, mentre Betty manteneva un orario preciso. Usciva di casa alle nove e quarantacinque e tornava alle sei. La giornata lavorativa così congegnata le andava bene perché le lasciava il tempo di occuparsi della casa e di preparare la cena per Ken, pur non sapendo mai a che ora suo marito sarebbe rientrato. Betty era fiera della sua abilità di cuoca. Con l’aiuto di svariati libri di cucina preparava ogni sera un buon pasto gustoso.
— Non mi venire vicino, Ken! — disse bruscamente, vedendo una certa luce negli occhi di lui e intuendo, per esperienza, cosa aveva in mente. — Sto cucinando qualcosa d’importante. Sei arrivato in un momento sbagliato.
Ken sorrise.
— Esiste un momento sbagliato? Tesoro, lascia perdere! Due cose: primo, andremo ad accertarci se la camera da letto è sempre là; e, secondo, ti offrirò la migliore cena che tu abbia mai mangiato! Andiamo!
Betty lo spinse via.
— Smettila, Ken! La camera è sempre lì e aspetterà. E noi non andremo in nessun posto. Sto cucinando la zuppa di cozze e permetti che ti dica che non esiste nessun ristorante da nessuna parte che faccia una zuppa di cozze migliore della mia! Cos’è successo?
— Zuppa di cozze? — Ken si avvicinò al tegame e alzò il coperchio.
— Ken! Leva le mani di lì!
Ken rimise giù frettolosamente il coperchio.
— Ha un odorino meraviglioso!
— È meravigliosa. Cos’è successo?
— Be’, almeno beviamo qualcosa. — Si avvicinò al frigorifero e ne tirò fuori una bottiglia di gin e una di Martini. — Ho un sacco di notizie!
— Dammi cinque minuti.
Ken portò le bottiglie in salotto, preparò due aperitivi, accese una sigaretta e si sprofondò in una delle comode poltrone. Aspettò con impazienza.
Betty, invece, la prese con calma. Arrivò dieci minuti dopo. A quel punto Ken si era riempito di nuovo il bicchiere.
— Allora, cos’è tutta questa eccitazione? — domandò Betty sedendosi accanto al marito e accettando il drink che le offriva.
— Dimmi le notizie.
— Giusto. — Ken le sorrise. Si sentiva leggermente sbronzo. Era raro che bevesse Martini con gin. — Ho avuto una promozione. Oggi Sternwood mi ha chiamato nel suo ufficio. — Ghignò.
— Francamente, tesoro, quasi svenivo. Pensavo che mi licenziasse. Conosci Sternwood. Nessuno viene chiamato nel suo ufficio se non per prendersi un bel calcio nel sedere. Okay, così, sono andato. Ma figurati un po’. Ha aperto una filiale a Secomb e vuole incaricare me della direzione. Dice che ci sono grosse possibilità di lavoro, là, e si aspetta che io sappia agguantarle. Cosa potevo dire? Nessuno discute con Sternwood. Così ora sono a capo del nuovo ufficio a Secomb.
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