Dal 1999 la scrittrice e docente genovese Annamaria Fassio ha legato a filo doppio la sua carriera letteraria alla storica collana Il Giallo Mondadori, pubblicando un romanzo all’anno e raccontando le avventure dei suoi personaggi principali: Erica Franzoni e Antonio Maffina.

Ad agosto la collana mondadoriana presenta il suo nuovo romanzo: Controcorrente.

         

Dalla quarta di copertina:

C’è un filo misterioso che collega Viktor Blinskij, cacciatore di orsi nella regione di Cernobyl, agli ambienti malavitosi di Genova. Un filo che si congiunge a Olga, una ragazza di origine ucraina arrivata da bambina in Italia con la madre, in carcere per spaccio e prostituzione, e ora fuggita dalla casa dei genitori adottivi. Un filo che si intreccia con il barbaro omicidio di un uomo, visto in gravi condizioni da una donna lungo una strada e poi ritrovato cadavere dalla polizia, evirato e gettato in un burrone. Fili che si intersecano e sembrano perdersi in un groviglio inestricabile per Erica Franzoni, commissario capo della Mobile di Genova, e per il vicequestore Antonio Maffina. Esistenze indissolubilmente legate, tra la vita e la morte, di cui dovranno al più presto sciogliere l’enigma.

         

Ecco l’incipit:

Cernobyl, Foresta rossa

Fra poco sarebbe stato chiaro. Viktor Blinskij l’intuiva dal buio che non era compatto come mezz’ora prima. Dall’oscurità affioravano sagome dai contorni più distinti: il tronco di un albero, l’intrico dei rami, la forma tozza di una roccia.

Viktor aspettava tranquillo, le spalle appoggiate a un grosso pino, una lattina di tè tra le mani, il fucile al suo fianco. Ogni tanto mandava un messaggio a Grigorij. “Tutto calmo.” “Qualcosa mi dice che questa è la volta buona.” “Ho un freddo cane.”

Viktor rabbrividì. Era un uomo di trentacinque anni, alto, con lunghi capelli biondi raccolti a coda di cavallo e occhi di un azzurro intenso, quasi turchese. Si era messo una coperta sulle spalle ma continuava a sentir freddo. Pensò che fosse perché non aveva toccato cibo dalla sera prima. Non voleva pensare alla malattia, non in quel momento, perlomeno.

Aprì una scatoletta di carne e si costrinse a mangiarla tutta anche se non aveva fame. Bevve dell’altro tè. Si appisolò.

L’orso comparve sul sentiero che portava alla dacia abbandonata, caracollando e scrollandosi di dosso il torpore del letargo. Veniva dall’area nord, una zona della foresta ancora da monitorare. Era un animale maestoso dal pelo folto e bruno sul quale si erano impigliati pezzi di ramoscelli e foglie. Moscerini e zanzare volteggiavano e ronzavano intorno al muso smagrito dal lungo sonno invernale.

Viktor chiamò Grigorij sul cellulare.

— Ora — disse. Il fucile con il mirino telescopico era già pronto con il dardo pieno di sonnifero. L’orso era debole per il digiuno e Viktor era sicuro che la ketamina avrebbe agito più in fretta. Aveva con sé due dosi, ma per esperienza sapeva che se avesse fallito il primo tiro sarebbe stato molto difficile avere successo con il secondo. L’orso non l’aveva visto e si muoveva goffamente annusando l’aria con il muso proteso in avanti. Viktor era sottovento e aspettava paziente, indifferente alle zanzare che lo avevano preso di mira. Lasciò che l’orso si avvicinasse ancora.

Cento metri.

Ottanta.

Cinquanta.

Quando l’aria vibrò al passaggio dell’elicottero, Viktor si predispose a sparare. Si bilanciò sulle gambe e cercò una posizione comoda, mentre l’orso si guardava intorno con aria stupita. Percepiva il pericolo, ma non capiva da che parte arrivasse.

Viktor mirò al centro della spalla, in un punto dove il dardo sarebbe entrato in profondità. Sparò e si mise a contare sino a dieci.

L’orso crollò a terra prima che lui fosse giunto alla fine.

         

Annamaria Fassio è nata a Genova. Dopo numerosi lavori, tra cui quello di tecnica istologa presso l’Università, ha insegnato nel capoluogo ligure dove per oltre dieci anni ha tenuto corsi di scrittura creativa per insegnanti e bambini. Si è occupata anche di teatro. Attualmente è in pensione. Vincitrice nel 1999 del premio Tedeschi con il romanzo Tesi di laurea (Il Giallo Mondadori, n. 2654), ha scritto poi I delitti della Casa Rossa (Il Giallo Mondadori, n. 2749), Biglietto di sola andata (Il Giallo Mondadori, n. 2804), Una città in gabbia (Il Giallo Mondadori, n. 2833), Povera Butterfly... (Il Giallo Mondadori, n. 2859), Maria Morgana (Il Giallo Mondadori, n. 2886), Una vita in prestito (Il Giallo Mondadori, n. 2920), Gangster (Il Giallo Mondadori, n. 2960), Shanghai (Il Giallo Mondadori, n. 2986), Santiago 544 (Segretissimo, n. 1568), Di rabbia e morte (Il Giallo Mondadori, n. 3038) e Terra bruciata (Il Giallo Mondadori, n. 3058). Annamaria Fassio è stata pubblicata anche in Germania.