L’enigma di Leonardo di Claudio Paglieri, Piemme Open 2013.
Villa Moncalvo nella Riviera Ligure. Estate pazzesca. Il conte Guinigi sta per terminare la sua esistenza. Bisogna salvare un ritratto importante dalle mani voraci della badante polacca Agnieszka (Agnese) che arraffa quello che può. A portare via la roba migliore, sotto pagamento alla suddetta, il rigattiere Pesce e il suo aiutante Roberto (il dottor Giulio, medico del conte, si è accontentato di una collezione di pipe).
Intanto a Camogli c’è il commissario della polizia di Genova Marco Luciani alle prese con il bambino Alessandro abbandonato in una cesta davanti alla sua casa. Un dubbio. Non sarà mica di Sofia Lami, la ragazza che l’ha lasciato? Deve ritrovarla ad ogni costo, anche attraverso Facebook. Aggiungo un tarlo nel suo petto: qualche tempo prima un uomo affidato alla sua custodia “aveva trovato una morte orribile” e ora qualcuno lo vuole vendicare.
Tutto si complica con l’arrivo di una vecchia amicizia di Luciani, Fiammetta (ci scapperà qualcosa?), ora sposata e contattata dal conte per l’attribuzione del ritratto. Che sembra addirittura essere l’autoritratto di Leonardo da Vinci (efficace ricostruzione storico-tecnica). Dunque alla sua ricerca con i morti ammazzati che arrivano veloci e il nostro commissario sempre più in difficoltà. Accanto a questa vicenda scorre la storia dell’ispettore Calabrò e di sua moglie, la fine di un amore, il matrimonio che si sgretola, le vere pulsioni del marito.
Diversi flash back, i soliti scontri fra colleghi, il poliziotto macchietta dalle battute esilaranti, gli inevitabili salti sul letto, il classico tema della vendetta, di sghimbescio qualche puntatina sui problemi di oggi, gli uomini che non accettano di essere lasciati dalle loro mogli o compagne, i modelli sbagliati proposti dalla TV, dal cinema e dalla pubblicità e così via.
Alcuni spunti interessanti ma parecchio raccontino banale, non sempre credibile, scritto in prosa tranquilla e pulitina. Un tentativo velleitario, seppur fatto con passione, di mettere tanta carne al fuoco. Troppa. E lo stesso autore si trova in difficoltà anche nel solo riepilogo dei fatti (pag. 364-65).
Alla prossima.
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