Dal 24 di aprile è in libreria il volume numero 122 della sempre interessante collana I Bassotti pubblicata da Polillo editore.
Si tratta del romanzo La tabacchiera avvelenata (Excellent Intentions, 1938) dello scrittore inglese Richard Hull, che lasciata la professione di commercialista si mise a scrivere romanzi gialli e il suo primo lavoro, pubblicato anche in Italia, con il titolo L’assassinio di mia zia (The Murder of My Aunt,1934) ebbe un ottimo successo e lo convinse a continuare a scrivere gialli.
Nel romanzo, ora in libreria, un uomo Henry Cargate, un possidente dal carattere arrogante e villano viene trovato morto nel vagone di un treno mentre era diretto in città.
Pochi si rammaricano della sua morte, ma la morte di Cargate non è naturale in quanto qualcuno ha mischiato dei cristali di cianuro di potassio al suo tabacco da fiuto e sul treno testimoni vari lo avevano visto fiutare varie prese di tabacco.
Ma chi è stato a mettere del cianuro nella tabacchiera?
Giallo interessante e molto ben articolato, il lettore sa che sul banco degli imputati c’è il presunto colpevole ma riuscirà a sapere il nome solo nelle ultime pagine.
L’autore:
Richard Hull, al secolo Richard Henry Sampson (1896-1973), nacque a Londra. Costretto a interrompere gli studi per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, a soli 18 anni si trovò a combattere sul fronte francese. Al termine del conflitto entrò come praticante in uno studio di commercialisti, dove rimase per diversi anni. In seguito a un fallito tentativo di aprire un proprio studio professionale, decise di cimentarsi nella stesura di un giallo, seguendo il modello della celebre inverted story di Francis Iles, Malice Aforethought (1931, L’omicidio è un affare serio – I bassotti n. 14). Il risultato fu The Murder of My Aunt (1934, L’assassinio di mia zia), che ottenne un lusinghiero successo di pubblico e di critica invogliando l’autore a proseguire su quella strada. Per quasi un decennio diede alle stampe un libro all’anno, dopodiché la sua produzione rallentò. Oltre al primo, i migliori tra i suoi romanzi sono Keep It Quiet (1935), Murder Isn’t Easy (1936), Excellent Intentions (1938, La tabacchiera avvelenata) e My Own Murderer (1940). La sua quindicesima e ultima opera, The Martineau Murders, fu pubblicata nel 1953. Anche dopo aver abbandonato la scrittura, Hull mantenne un legame con il mondo dei giallisti e fu particolarmente attivo nel Detection Club di Londra, di cui era membro, collaborando con il presidente dell’epoca, Agatha Christie.
La “quarta”:
L’arrivo nel villaggio di Scotney End di un nuovo ricco possidente, Henry Cargate, non è passato inosservato. Difficile trovare qualcuno più arrogante, villano e infido di lui. Se persino il mite e benvoluto parroco Yockleton è esasperato da tale comportamento, figuriamoci il personale di casa Cargate, ovvero l’impeccabile maggiordomo Raikes e l’efficientissima governante e segretaria Miss Knox Forster. La natura perfida e truffaldina dell’uomo si rivela anche quando coltiva la sua grande passione, la filatelia; stando a quanto afferma il suo principale fornitore, lo stimato Mr Macpherson, alcuni dei pezzi più pregiati della sua collezione di francobolli non sarebbero autentici, ma contraffatti, forse dallo stesso proprietario. Così, quando quest’ultimo viene trovato morto poco dopo essere salito su un treno diretto in città, nessuno si rammarica. Cionondimeno gli inquirenti devono fare il loro lavoro e individuare la causa del decesso. Veleno è l’immediato verdetto: cristalli di cianuro di potassio mescolati al tabacco che Cargate era solito fiutare; e infatti c’è chi, poco prima che lui crollasse a terra, lo ha visto inalare una grossa presa. Ma chi è stato a manipolare la tabacchiera? Sin dalle prime pagine sappiamo che il presunto colpevole è sul banco degli imputati, però il nome non ci viene svelato. Lo conosceremo solo a poche righe dalla fine, ma anche allora…
Richard Hull, La tabacchiera avvelenata (Excellent Intentions, 1938)
Traduzione Dario Pratesi
Polillo Editore, collana I bassotti 122, pagg. 212, euro 14,90
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