Squadra che vince non si cambia e la compagnia Attori&Tecnici l’ha capito bene: sulla scia del clamoroso e meritatissimo successo di Trappola per topi (già replicato per due stagioni) mette in scena La tela del ragno, un altro grande testo teatrale della regina del giallo, Agatha Christie. Scritto nel 1954, La tela del ragno (qui nella traduzione leggera di Edoardo Erba) è uno dei testi più lievi e ironici della signora del giallo, che vanta innumerevoli repliche (anche se non siamo vicini al record di Trappola per topi) e già trasformato in un film: ovviamente non mancano suspence e colpi di scena e il classico omicidio, ma tutto viene rigorosamente condito (e più del solito) dalla freschezza dello humour inglese.
La tela del ragno (che riprende un detto di Walter Scott “Quale ragnatela imbrogliata noi tessiamo quando lungi dalla verità andiamo” svelato solo alla fine) non è infatti solo un acuto giallo della grande Agatha Christie, con insolite venature poliziesche, ma è anche un raffinato omaggio della scrittrice ai meccanismi del genere, alle più classiche delle situazioni. Si vede bene che la Christie si diverte a con i cliché: luogo d’azione è la lussuosa residenza di campagna ovviamente isolata, affittata dai distinti coniugi Harry e Clarissa Hailsham-Brown (perno della storia, donna affascinante e intelligente), tre rispettabili ospiti della coppia, un passaggio segreto in biblioteca, segreti inconfessati, la visita inaspettata di un delinquente di Londra. E ovviamente l’omicidio, con tanto di cadavere in biblioteca con tentato, relativo occultamento. Ma quando tutto sembra apparentemente risolto, avvisati da un telefonata anonima, arrivano la polizia e un commissario ben poco arguto, che innescano una serie di interrogatori dando spazio a un finale come sempre imprevedibile. Il meccanismo perfetto del giallo a incastro è particolarmente ricco di aspetti comici ben colti ed evidenziati dalla regia di Stefano Messina (anche interprete), nella leggerezza dei movimenti scenici, ma anche nella caratterizzazione azzecatissima di ciascun personaggio (in particolare dei gentlemen britannici). Il ritmo nell’atmosfera tipicamente english è sempre vivace e incalzante e l’intera compagnia, Viviana Toniolo, Annalisa Di Nola, Stefano Messina, Carlo Lizzani, Roberto Della Casa (impagabile nella maschera dell’angosciatissimo giudice di pace), Claudia Crisafio, Elisa Di Eusanio, Andrea Lolli, Sebastiano Colla e Luca Marianelli) è sempre affiatatissima e particolarmente incline a dinamiche narrative del genere.
Ulteriore personaggio è anche la scena (e non solo) del delitto con le scenografie accuratissime, fra porte e passaggi segreti di Alessandro Chiti che conferiscono forza e continuità al testo. Appassionati, e non, del giallo non si lasceranno scappare l’occasione di riscoprire a teatro una commedia arguta, squisitamente autoironica e molto divertente. In scena fino al 24 marzo al Teatro Vittoria di Roma.
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