Delitti impossibili di AA.VV., Polillo 2012.
I nostri illustri antenati giallistici non avevano niente o poco da fare se perdevano tempo a congetturare sparizioni e delitti impossibili. E certo il tempo che ci dedicavano doveva essere cospicuo se poi erano così bravi da mettere in imbarazzo anche il più vispo dei lettori.
Come nel presente caso che vede riuniti nove menti diaboliche pronti a farci strabuzzare gli occhi con le loro trovate altrettanto diaboliche. Ce ne sono di tutti i tipi. Per esempio qualcosa che sparisce in una stanza perfettamente chiusa. Era lì ed ora non c’è più. Si tratta di un testamento tenuto da una signora a letto svanito nel nulla. Nessuno l’ha portato via. Dovrebbe essere da qualche parte della camera, eppure una brancata di poliziotti non riesce a trovarlo. Ma c’è, mannaggia alla miseria se c’è…
Oppure, oppure un corpo accasciato nella neve, morto insomma, con una serie di orme che portano al cadavere ma nemmeno una nella direzione opposta. Opera del diavolo?. E poi ecco quella del palombaro che si immerge per ritrovare i corpi di quattro annegati e ritorna su colpito a morte con un coltello che si usa per sfilettare il pesce. Annegati da giorni, dico, e nessuno in acqua!
Continuo. Una vendetta, due morti ammazzati. Ora tocca al terzo. Impossibile perché in quella stanza dove è stato ucciso non può entrare nessuno. Ma per Loreto Santos, curioso del crimine, è un gioco da ragazzi dimostrarlo. Aggiungo un accoltellato in una cabina di una funivia (era solo, naturalmente), un omicidio ne “La Casa delle Tenebre” di un Luna Park dove qualcuno è stato “capace di piazzare quattro pallottole in un’area di pochi centimetri nella schiena della sua invisibile vittima”. Meno male che arriva Ellery Queen a rischiarare il buio. Così come meno male che c’è il piccolo avvocato Malone a risolvere il problema di una impiccagione in cella di un suo assistito. Sembra un suicidio. Dico, sembra…
Sentite questa. Una lettera ”Mr John Delaunay: lei sta per morire…Non c’è potenza umana che possa evitare la sua morte”. Il suddetto ricevente si incavola di brutto, butta fuori qualche imprecazione e schianta a terra morto stecchito. E sentite, ormai che ci siamo, pure questa. Un tizio ad un altro “Ha messo il suggello al suo destino. A meno che non riesca ad intercedere per lei, morirà per sua stessa mano”. Detto fatto da lì a poco tempo.
Non sono estranei agli omicidi questioni di cuore, di gelosia, di sghei. Aggiungo l’accuratezza delle descrizioni, la vivacità dei personaggi, momenti di tensione, ansia e paura. Ma, soprattutto, il desiderio di sbalordire. E io mi immagino i nostri eroi chini sul tavolo da lavoro o seduti a fumare in poltrona e, magari, perfino a mangiare a tavola (la moglie incazzicchiata alquanto) che sono lì a sfruculiare di continuo con la mente per fregarci e farci restare a bocca aperta come stoccafissi.
E spesso ci riescono. Da leggere con calma assoluta senza farsi saltare la mosca al naso.
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