Veleni letali di John Dickson Carr, Hillary Waugh, Anthony Berkeley, Mondadori 2012.
Quando c’è di mezzo Mauro Boncompagni (vedi l’introduzione) piatto ricco mi ci ficco. E allora partiamo dalla prima pietanza Piazza pulita di John Dickson Carr.
Jeffe Marle viene chiamato dal giudice Quayle la cui moglie è ammalata in cura dal dott. Twillis, suo genero, che ha spostato la figlia Clarissa. Gli altri figli sono Matt avvocato, Virginia fresca di collegio, Mary che si occupa della casa e Tom fuggito dopo uno scontro duro con il padre. “Sono tutti contro di me” si sfoga il giudice ed infatti poco dopo l’arrivo di Jeff (ha lavorato nella polizia come “spettatore” di Bencolin) viene avvelenato con idrobromuro di iosciamina e salvato dal pronto intervento del dottore che sembra avere qualche idea sull’assassino. Si scopre pure che anche la moglie del giudice è avvelenata lentamente con l’arsenico. Qualche giorno prima, guarda un po’, era nata una discussione in famiglia su Svetonio e sui famosi veleni imperiali, e dunque qui gatta ci cova. Una bel problema per Jeff, per il commissario della contea e il detective Patrick Rossiter “un bambino cresciuto che non ha perso il senso dello stupore e vede il mondo come un luogo di fantastiche avventure” (Boncompagni). Si arriva alla scoperta finale in un clima di continui sospetti e spruzzate di gotico con una mano bianca che corre lungo la casa, passi furtivi, urla, e altri omicidi.
Arriva il secondo piatto con Veleno in famiglia di Hillary Waugh.
Lunedì 7 giugno Roger Chapman, vice sovrintendente della scuola di Stockford nel Connectict, siede a tavola con la moglie Betty, insegnante di scuola alla media superiore. Tra le altre cose da mettere sotto i denti cipolle alla panna di un sapore terribile. Così come terribile è la sua morte da stricnina e anche la moglie se la vede brutta. Indaga Fred C. Fellows, capo della polizia del luogo, sposato con quattro figli ed uno squadrone di poliziotti ai suoi ordini. Prima conclusione: per fare la panna ci vuole il latte e dunque qualcuno l’ha avvelenato. Indagini ad ampio raggio dalle quali risulta la moglie essere stata “svegliotta” ed il marito, insomma, non tanto vispo in quel senso e ci si capisce. Tra l’altro continuamente in giro per trovare personale adeguato alla scuola.
A pungolare per la ricerca del colpevole la stampa nella persona del giornalista Richard Harrington, sempre in continuo fermento e affamato di notizie. Ipotesi, dubbi, momenti di crisi ed ecco giungere la sfida al nostro Fred attraverso bigliettini di uno sconosciuto. Inizia la caccia. Una meravigliosa indagine sulla personalità complessa di un uomo con qualche critica alla scuola del tempo.
Per finire un buon caffè con Il barattolo sbagliato di Anthony Berkeley.
Qui si tratta della signora Bracey morta per avvelenamento da arsenico. L’arrestato è il marito ma l’ispettore capo Moresby non ne è tanto convinto e invita l’amico Roger Sheringham a darci un’occhiata. Caso per nulla facile. L’arsenico è stato trovato nella bottiglia di medicinale per curare la gastrite della signora. Una bottiglia nuova preparata dal medico curante stesso, sigillata e aperta dall’infermiera. Roger indaga e scopre un piano diabolico.
Due romanzi ed un racconto magistrali.
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