Charlie Chan e la donna inesistente di Earl Derr Biggers, Mondadori 2012.
Difficile risolvere un caso al presente. Impossibile risolverne tre di cui due al passato. Per tutti, ma non per il sergente cinese Charlie Chan della polizia di Honolulu che si trova a San Francisco e sta per avere un figlio. Il primo? No l’undicesimo e credetemi sulla parola.
Bill Rankin, giornalista del “Globe”, fa incontrare Frederic Bruce, già capo del Dipartimento Criminale di Scotland Yard, con Charlie Chan avendo scoperto che essi hanno in comune la stessa idea sulla fortuna nelle indagini (praticamente l’elemento più importante). Durante l’incontro Frederic racconta con un certo dispiacere il caso di omicidio non risolto e quello di una ragazza svanita nel nulla. Poco dopo viene ucciso con un colpo di pistola. Ai piedi un paio di pantofole di velluto come quelle indossate dalla prima vittima. Un bel rompicapo per il sostituto procuratore distrettuale, la signorina Morrow. Invano chiede aiuto al nostro Chan che deve partire ad abbracciare il suo undicesimo figlio. Ma noi lettori siamo lì pronti per conoscere la ragione o l’evento che gli farà cambiare idea.
E l’evento arriva proprio sulla nave…Charlie Chan si piazza al centro della scena contro “le diavolerie della scienza” che “vanno bene nei libri, non altrettanto nella vita pratica”. A lui interessa soprattutto la natura umana, le ”umane passioni”. Sempre molto gentile, educato, ricco di inchini, modesto senza ambizione “un cancro che rode il cuore dell’uomo bianco”. Un simpatico “scontro” tra culture diverse. Critica il “focolare” americano “buco senza nessuna intimità” mentre i cinesi credono ancora in “amore, matrimonio e famiglia”.
A condurre le indagini il capitano Flannery in netto contrasto con il cinese (non lo vuole tra i piedi), piuttosto frenetico e facilone, ma piano, piano cambia idea su di lui, accetta i consigli, si fa guidare, ricambia ancora idea secondo il suo tornaconto. Arriva anche Duff, l’ispettore di Scotland Yard, insieme al marito della scomparsa per identificare l’eventuale moglie tra le signore e signorine che affollano la vicenda.
Un puzzle complicato con il passato ed il presente che si intersecano fra loro e un rapporto sentimentale che nasce tra dubbi, depistaggi e deduzioni. Scrittura gradevole, ironica, intessuta di aforismi vari del Nostro tra cui “La tigre si mostra condiscendente verso la mosca”, “Può l’elefante criticare la farfalla?” che colpirono favorevolmente il lettore americano dell’epoca e ci scapparono pure diversi film di successo. Alla fine lo troviamo sul parapetto della nave con il “suo viso grassoccio” che “splendeva di gioia”.
Buon viaggio Chan, e arrivederci a presto!
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