La regina del catrame di Emilio Martini, Corbaccio 2012
Il Commissario Gigi Berté trasferito da Milano a Lungariva in Liguria, vive nella pensione della Marzia, belloccia tondeggiante, “Viso d’Afrodite, seno da Giunone”. Scontento, uggioso, irascibile quarantaduenne, pelle scura, occhi neri “profondi e inquietanti”, capelli lunghi raccolti in una coda, un metro e ottantacinque di altezza, padre calabrese, madre milanese. Rapporto finito con la Patty dopo otto anni, caffè su caffè, sigaro toscano, tormentato dall’emicrania, non tollera le morti violente. Scrive racconti ma non lo ha detto a nessuno.
Il caso: Lidia Angelici, vedova Virdis, detta la “regina”, viene uccisa a sassate sulla riva del bagno Medusa dove è solita prendere la tintarella senza veli. Sua fissa scopare, scopare e scopare (tanto per non girarci intorno). Le indagini sono alternate con un suo racconto scritto a macchina, praticamente una storia su una nave da carico dove il corpo del marconista viene fatto a pezzi gettati in qua e là. Chi sarà il terribile assassino?
La vicenda si complica, ci sono alcuni possibili indiziati e al nostro commissario arrivano fiori con poesie che potrebbero venire dalla rotondetta Marzia. Ogni tanto affiorano dei ricordi ma il Nostro è ormai ridotto ad un investigatore caustico, “schifato dalla vita”. La lampadina si accende all’improvviso osservando il reale e mettendolo in relazione con qualche proficua lettura.
Scritturina semplice che va via spedita con punte di umorismo attraverso brevi frasi in corsivo, libro da inserire in quella caterva di pubblicazioni che scivolano nel carino e lì ci restano.
Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it
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