Cerco me stesso di Patrick Quentin, Mondadori 2011.

A volte la quarta di copertina fa proprio comodo, perché rappresenta un valido stimolo alla lettura del libro. E il recensore pigrone ne approfitta “Metti di salire un giorno in macchina, di dare un passaggio a un autostoppista e…basta. Metti poi di riaprire gli occhi e di ritrovarti in un letto che non è il tuo. Vedi un braccio ingessato, una gamba: sì, sono la tua gamba e il tuo braccio. Dunque hai avuto un incidente? E metti che al tuo capezzale ci sia una donna che continua a ripeterti: ”Sono tua madre, Gordy, non mi riconosci?”. E poi ecco tua sorella, e tua moglie. Ma tu, proprio non le riconosci…”.

Una situazione davvero angosciosa che costringe il lettore ad andare sino in fondo come spinto da una curiosità invincibile. Intanto diciamo che il protagonista, lo sfortunato Peter Duluth (che diventerà Gordy Friend), ha lasciato la moglie all’aeroporto, ha fatto salire sulla sua macchina un anonimo autostoppista e si è ritrovato, senza memoria (eccetto qualche breve lampo) in una casa non sua. Poi diamo un nome ad alcuni personaggi principali di questo bel libro: Marta Friend la supposta madre, ricca vedova; Marny la sorella che cerca di aiutarlo e Selena la bella e affascinante mogliettina.

Il problema sta tutto nel disorientamento di Peter in balia degli altri e costretto a muoversi su una carrozzella (ci ricorda, in parte, un indimenticabile film con James Stewart), un percorso difficile della sua mente, gli assilli, gli incubi, i dubbi, le incertezze, l’affiorare a poco a poco della memoria e della verità. Alcuni fatti, raccontati dai “familiari”, che lo lasciano stupito: il marito morto e subito via tutta la servitù e lui Gordy, il figlio sbevazzone, partito improvvisamente. Perché?

Un carico di notevole suspense graduata con alti e bassi e intrisa di una certa aria sensuale con la bella moglie che lascia dietro di sé una scia di fascino e oscuro mistero. Bionda, capelli lunghi, pelle dorata “Si muoveva con una grazia squisita, liquida, morbida, come il fluire del latte fresco”.

C’è pure di mezzo un testamento particolare e una lega del Vivere Virtuoso (obiettivo purificare l’America) con a capo un certo Muffat, alla quale si era unito il marito defunto, che è parte importante del testamento stesso. E poi questo benedetto marito che soffriva di cuore se ne sarà dipartito in modo naturale o sarà stato in qualche modo forzato contro la sua volontà? Perché, insomma, arriva pure un ispettore di polizia…

Alla fine del dramma psicologico il sentirsi circondato da un pericolo incombente,  la paura per la propria vita, il mettere insieme tutte le forze psicofisiche e tutta la sua astuzia per salvarsi in una condizione di estrema difficoltà. E noi lettori tesi e pronti a fare il tifo per lui. Ce la farà a restare vivo e a riabbracciare la vera moglie?

Per “I segreti del giallo” ecco “Tanz in fiamme” di Massimo Pietroselli, praticamente l’analisi del film “La notte dei generali” con il grande Peter O’Toole, un “nocciolo giallo” all’interno di una storia reale svoltasi durante i giorni dell’attentato a Hitler. E tale nocciolo è costituito da un libro di James Hadley Chase del nostro inossidabile Giallo Mondadori.

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it

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