Con il numero 101 prosegue la pubblicazione di romanzi gialli pubblicati a suo tempo in quella che possiamo definire età d’oro.
Il romanzo dal titolo La casa dei sette cadaveri (Seven Dead, 1939) è stato scritto da Jefferson Farjeon e di questo autore nella collana I bassotti è stato già pubblicato un suo romanzo ( Sotto la neve – n. 61).
Il romanzo presenta una situazione già nota nel campo della narrativa gialla, ma con soluzione molto interessante, vengono trovati sette cadaveri in una stanza chiusa a chiave.
Sarà compito dell’ispettore Kendall coadiuvato dal giornalista Thomas Hazeldean capire che non si è trattato di un suicidio di massa e come ha fatto l’assassino a uccidere sei uomini e una donna.
L’autore:
[Joseph] Jefferson Farjeon (1883-1955) nacque a Londra in una famiglia di artisti. Il padre era un noto romanziere e commediografo, il nonno materno un famoso attore americano e i tre fratelli si sarebbero ben presto affermati nel campo della letteratura per bambini, del teatro e della musica. Dopo aver lavorato per una decina d’anni per una casa editrice specializzata in riviste umoristiche, nel 1924 Farjeon pubblicò il suo primo mystery, The Master Criminal, dopodiché si dedicò a tempo pieno alla scrittura. Autore estremamente prolifico, in una trentina d’anni scrisse circa ottanta romanzi, in prevalenza gialli, un’incredibile quantità di racconti, nonché alcune sceneggiature cinematografiche tra cui quella per Number Seventeen – un film diretto da Alfred Hitchcock nel 1932 – che si basava su una pièce da lui scritta nel 1926. Elogiato dalla critica per la sua capacità di ideare trame ingegnose e personaggi intriganti e per il suo stile pulito e scorrevole, Jefferson Farjeon fu uno degli scrittori preferiti da Dorothy L. Sayers. Tra i titoli più noti ricordiamo The Fancy Dress Ball (1934), Mystery in White (1937, Sotto la neve), Seven Dead (1939, La casa dei sette cadaveri) e Death in the Inkwell (1942).
la “quarta”:
Ted Lyte è un ladruncolo molto sfortunato. Abituato a sbarcare il lunario con piccoli furti e borseggi, per una volta ha deciso di puntare in alto e di introdursi in una villa sulla costa dell’Essex. Ma lo spettacolo che si trova davanti è così spaventoso che per poco non impazzisce: sette persone – sei uomini e una donna – giacciono privi di vita nel salotto dell’abitazione. Ted fugge a gambe levate, ma viene subito acciuffato da Thomas Hazeldean, un giornalista freelance appena approdato nei paraggi con il suo amato yacht. L’ispettore Kendall, accompagnato sul posto dallo stesso Hazeldean, trova un biglietto che lascerebbe pensare a un suicidio collettivo: una soluzione fin troppo facile per il numero di interrogativi che il caso solleva. Chi erano costoro? Da dove venivano? E, soprattutto, perché si erano riuniti lì? Forse i due abitanti della casa, un certo Fenner e la sua giovane nipote Dora, potrebbero gettare un po’ di luce sulla vicenda, ma a quanto pare sono partiti in tutta fretta verso una destinazione ignota. E più il salotto viene esaminato più particolari curiosi emergono: un ritratto a olio trapassato da una pallottola, una misteriosa palla da cricket appoggiata sopra un vaso da fiori, un indecifrabile indirizzo scritto in punto di morte da uno dei presunti suicidi… Un mystery del 1939 finora inedito in Italia che tiene col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Jefferson Farjeon, La casa dei sette cadaveri (Seven Dead, 1939)
Traduzione Dario Pratesi
Polillo Editore, collana I bassotti 101, pagg. 279, euro 13,90
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