Nel quarto romanzo, invece, The Thirty-First of February, che vede la luce all’inizio del secondo cinquantennio del secolo scorso, Symon abbandona la logica ferrea dei detectives della Golden Age, per adottare quella invece di un uomo che ha perso ogni riferimento e fede, in un’età post conflitto in cui l’ordine e la ragione di prima della guerra non esistono più. E’ un romanzo  ;;;;;;;;scritto in maniera surreale, con riferimenti a molti scrittori, primo fra tutti Chesterton. Ed è un romanzo che rovescia l’ordine delle idee e degli indizi: la soluzione si basa su uno di questi, che qualche anno prima sarebbe stato visto come elemento fuorviante e sbagliato, ed invece ora è su esso che si basa la soluzione giusta. Quello che mi piace sottolineare è anche che Symons, tuttavia, nel momento in cui denuncia la debolezza a suo dire del genere classico del poliziesco, se ne serve a piene mani per le sue trame. Prendiamo ad esempio un romanzo del 1954, The Narrowing Circle: qui Symons imbastisce un romanzo psicologico assai aefficace, ma lo schema base è ancora una volta, uno schema tipo del giallo classico: il triangolo. Qui David Nelson deve provare di non aver ucciso l’amante della moglie: non solo il riconoscimento sarà lo scampare all’accusa di omicidio, ma anche riguadagnare l’amore della moglie. L’Edgar Allan Poe Award, Symons lo vinse la prima volta con “The Progress of a Crime” (1960) che ancora dopo cinquant’anni si può ritenere una delle migliori opere sue. Il romanzo, con la sua prosa tagliente, offre la possibilità a Symons di attaccare la società britannica del tempo, non facendo sconti a nessuno, operai, politici, magistrati e poliziotti, tutti immersi nello stesso calderone, con una trama sottile e devastante. Tuttavia, a posteriori, anche se non si può criticare la qualità della prosa, si può tuttavia affermare che “sensu strictu” The Progress of a Crime non è un vero e proprio poliziesco psicologico: i veri e propri polizieschi sono pochi nel mare della sua produzione. In un certo senso egli si è molto avvicinato a quegli autori americani che hanno fatto della critica sociale in romanzi polizieschi, per es. Lansdale, che ha attaccato in alcuni suoi romanzi, la società razzista della provincia americana. Lo si nota dall’ingenuità degli impianti strettamente polizieschi dei suoi romanzi. Per esempio, The Blackheath Poisonings (1978) più che un vero e proprio poliziesco è un affresco della società vittoriana: qui Symons, secondo alcuni critici americani, prende a proprio esempio il romanzo del mistero di tipico di Wilkie Collins; secondo me si rifa invece soprattutto ad Agatha Christie, e al suo ultimo romanzo con Poirot,  Curtain, Poirot's last case conosciuto in Italia col titolo “Sipario”: infatti tale romanzo, anche se scritto nel corso della seconda guerra mondiale, era stato tenuto da parte e pubblicato solo nel 1975, cioè tre anni prima che uscisse questo romanzo di Symons. In ambedue i romanzi c’è un assassino che la farebbe franca se non intervenisse il detective, che però in ambedue deve scegliere l’ultima carta per fermarlo: passare dall’altra parte della barricata e diventare lui carnefice e giustiziere. Il riferimento al romanzo della Christie secondo me è così preciso da non poter esser definito casuale. E tre anni dopo Symons firmerà uno dei lavori critici maggiori: Agatha Christie - the Art of Her Crimes ;;;;;;;;(1981). Tuttavia la storia occupa assai poco del romanzo, e di indizi ve ne sono davvero pochi; anzi, il vero e unico è “il corsetto”. E lo sviluppo della storia presenta caratterizzazioni assai ingenue, giacchè si capisce ad un certo punto chi non possa essere se non l’assassino. Cosa che lo differenza dalla Christie in cui la verità è solo nelle ultime pagine, dopo strabilianti fuochi pirotecnici di inventiva. Nel 1982, fu nominato Gran Maestro della Mystery Writers of America: è da dire che un tale titolo solitamente era appannaggio di autori non certo britannici e che il titolo gli fosse stato riservato, è cosa da ricordare, tanto più che prima di lui solo a tre altri scrittori inglesi l’avevano ricevuto: Graham Greene, Eric Ambler e Daphne Du Maurier. Ma anche in The Detling Murders, una storia di una grande famiglia inglese in cui maturano dei delitti a Natale, pur riconoscendo alcuni che la caratterizzazione dei personaggi e della storia sia buona (ma inferiore a tutti i grandi) si nota purtuttavia come l’impianto della storia sia fortemente deficitario, confinando i delitti e la soluzione di uno all’inizio e dell’altro alla fine, e riservando quasi tutto il testo ad amenità varie, che poco avrebbero a che fare colla trama vera e propria.