D. - E’ la prima volta che viene in Italia?
R. – No, ormai conosco abbastanza bene il vostro paese, infatti questa è la quarta volta che ci vengo
D. - Dal 1993 ha scritto quasi 20 libri. E’ difficile mantenere un simile ritmo di circa un libro all’anno?
R. – Innanzi tutto lo scrivere è una cosa che mi diverte molto. l’esercizio dello scrivere penso sia come l’utilizzo di un muscolo, più lo usi e più diventa forte e facile usarlo. La pratica ti migliora
e io mi rendo conto che sono riuscita a migliorare progressivamente nel corso della mia carriera di scrittrice e la sfida è fare sempre qualcosa di nuovo. Trovare sempre qualcosa di nuovo: che sia un punto di vista, una ambientazione o personaggi. Sono convinta che l’esercizio costante mi ha fatto migliorare come scrittrice
D. - Ha incontrato difficoltà nell’intraprendere la carriera di scrittrice?
R. – Si, ho incontrato moltissime difficoltà, ho ricevuto una infinità di rifiuti da parte di agenti e di editori. La cosa più bella è stata una risposta di un editore che mi disse: - purtroppo non possiamo più prendere nuovi autori e se anche ne avessimo la possibilità non la prenderemmo comunque.
Però io sono testarda e ho continuato per la mia strada e la mia tenacia mi ha ripagato.
D. - Che lavoro faceva prima di intraprendere la carriera di scrittrice?
R. – Ero un avvocato
D. - Ci sono autori che l’hanno influenzata?
R. – Io leggo tantissimo, libri di ogni genere, quindi e’ difficile fare il nome di un autore specifico che mi abbia influenzato. Mi piace in particolare il genere noir per la caratterizzazione dei personaggi, nel genere thriller mi piace molto come autore Grisham le cui opere hanno avuto una grande influenza su di me, per il ritmo molto incalzante dei suoi romanzi e il ritmo incalzante è proprio una delle caratteristiche che mi fanno più apprezzare un libro visto il poco tempo che ho per leggere.
Nei miei romanzi cerco proprio di dare un ritmo incalzante al fine di non annoiare il lettore.
D. - Cosa fa quando non scrive?
R. – Ho dei cani e mi piace moltissimo giocare con loro, ed è una delle mie attività preferite quando non sto scrivendo, ho anche un pony ormai piuttosto anziano di ventidue anni che mi piace molto cavalcare. Quindi sto molto con i miei animali
D. - E’ normale o eccezionale che negli Usa un single possa adottare un bambino? In Italia questo è consentito solo alle coppie regolarmente sposate.
R. – Direi che non è un fatto insolito, capita senza dubbio. Indubbiamente è più difficile che per una coppia. ma succede.
Nel mio romanzo ho fatto in modo che il bambino avesse dei problemi in modo che il tribunale fosse più propenso ad affidare il bambino anche a una single che era disposta a farsi carico di un bambino malato e disposta a dedicare tutto il suo tempo a un bambino chiaramente problematico
D. - Ha sempre scritto legal-thriller, con Look Again ha deciso di cambiare registro o tornerà ai legal?
R. – Non ritengo e non ho mai pensato di scrivere legal-thriller, ma penso di scrivere sopratutto di donne, e se il personaggio è un avvocato è un fatto secondario così come è secondario il fatto che Ellen sia una giornalista.
Il libro riguarda sopratutto il suo rapporto problematico con i colleghi e con il suo capo e poi penso che nella nostra epoca ormai non ci si identifichi più con il proprio lavoro visto che spesso si riesce a fare quello che più ci piace.
D. - Da quale notizia o fatto ha tratto l’ispirazione per questo romanzo
R.- Quando mia figlia si è laureata e ha finito il college ho capito per la prima volta che dovevo prepararmi alla separazione da lei, che c’era un momento in cui i genitori si devono staccare dai figli e dovevo accettare il fatto che lei prendesse la sua strada che era diversa dalla mia e dovevo comunque affrontare una cosa non facile della vita.
Come quando un bambino va per la prima volta all’asilo, al liceo, quando si sposa, il genitore è costretto ad accettare la separazione quindi per me come mamma ho dovuto accettare il fatto che mia figlia si stabilisse a New York e nel libro riporto un poco il dolore della separazione.
D. - Nel romanzo molta tensione è dovuta alla possibilità di perdere lavoro nel giornale. C’è ancora crisi in questo settore?
R. – Assolutamente si, il quotidiano per cui io scrivo ha anche fatto recentemente fallimento.
E’ un problema attuale e in questo momento di crisi generale i giornali ne sono particolarmente colpiti e viene così a mancare quella azione di controllo sulla politica e sui fatti in generale. La scomparsa dei giornali mi preoccupa molto.
D. - In una situazione analoga (scoprire che il figlio adottato è stato rapito e venire a sapere chi sono i genitori) quale sarebbe la reazione di Lisa Scottoline?
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