Politica del delitto di Andrew Garve, Dominic Devine, Thomas Flanagan, Mondadori 2010. Due romanzi ed un racconto. Introduzione di Mauro Boncompagni.
Delitto a Mosca di Andrew Garve: George Verney, giornalista inglese, è inviato nell’Unione Sovietica per un resoconto sulla situazione di quel paese dopo la guerra. Sul treno incontra una delegazione inglese filosovietica capeggiata dal reverendo Mullet convinto che proprio quella nazione “fosse il solo paese in cui il Discorso della montagna potesse trovare la sua applicazione pratica”. Ogni membro della delegazione è visto con una sua peculiarità (l’estremista, l’idealista, il pacifista, l’artista ecc…).
A Mosca si mette in contatto con l’amico Jefferson L.Clayton, giornalista americano. Ed è qui che ci scappa il morto con un povero cameriere costretto ad auto accusarsi. Ma George non è convinto, scruta, indaga, rischia pure di rimanere invischiato pur di portare alla luce la verità. Spunti sulla società russa: le pompose accoglienze dei delegati, mezzi di trasporto pubblici poco efficienti, medaglie d’oro alle famiglie numerose, i metodi repressivi e polizieschi ecc… Riunione nella camera di Jef con finale a sorpresa. Si legge discretamente bene ma senza una particolare “presa” (per il sottoscritto).
Una talpa in comune di Dominic Devine: Ruth Kellaway alla morte della madre scopre di essere la figlia illegittima di padre ignoto. Dunque alla sua ricerca, mentre lavora come dattilografa al municipio di Silbridge. Qui lavora anche Ken Lawrence che vive con Liz separata dal marito Victor Ross, e ci lavora pure Judy Hutchings ex fidanzata di Ken e suo padre Robert, donnaiolo impenitente a sua volta padre anche di Ruth (se non ho sbagliato).
In breve Liz muore accoltellata e Ruth sparisce. Occorre trovare il colpevole e la scomparsa. Indagine cocciuta del sergente Harry Munro che non si appaga delle apparenze con Judy in perenne contrasto tra Victor e Ken.
Grande abilità dell’autore nel gestire la trama attraverso i vari personaggi, perspicace osservatore dei rapporti familiari (da manuale quello di Harry con la moglie Alice), dei segreti e dei sentimenti più intimi, rapidi cambiamenti di scena. Insomma un bel districarsi tra le maglie della politica, l’arrivismo, le furberie, i condizionamenti, le false elezioni e tra le maglie dei rapporti umani e familiari, gli amori, le gelosie, i tradimenti, le umiliazioni. Finale concitato nei solchi della tradizione: la telefonata, la paura, l’inseguimento, la scoperta. Con il tenace Harry a tirare le fila di tutta la complicata vicenda.
I venti freddi di Adesta di Thomas Flanagan: Gomar trasporta solo vino o anche fucili? Ai posti di blocco tutto regolare ma i fucili esistono. E sono quelli seppelliti nel passato per non lasciarli finire nelle mani di un dittatore…
Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it
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