Sul filo del rasoio di A.A.V.V. a cura di Gianfranco de Turris, Mondadori 2010.
Introduzione di Gianfranco de Turris: via il “Commissario Cliché” sempre uguale a se stesso, largo alle contaminazioni, ai delitti e alle indagini fantascientifiche (occhio, però, a non ricadere in altri tipi di cliché).
Un piccolo, veloce sguardo ad una materia proposta tanto ricca e complessa. Non c’è da stare allegri sul futuro disegnato dai nostri ventidue autori (ma anche oggi non è che si ride…) in varie parti del nostro paese. Intanto l’ambiente sarà devastato da qualche fenomeno naturale (terremoti, inondazioni, scontri con asteroidi), sempre più arido e povero, a meno che non si venga costretti a vivere sott’acqua protetti da cupole di vetroresina.
Le città cambiate nella loro struttura, sostenute da colossali piloni d’acciaio, nastri trasportatori, macchine a cuscino d’aria, droni che vengono guidati dal pilota automatico, palazzi in vetro e via con soluzioni nuove o già viste anche nei fumetti.
Poi la società: le differenze fra gli uomini che aumentano con una discriminazione sempre più feroce verso i più poveri, i più deboli, le donne e i diversi. Ora denominati reietti, ora extraci, ora Deformi, costretti a subire l’oppressione dei privilegiati attraverso nuovi feroci e subdoli sistemi di controllo (la Collera di Dio, per esempio, o l’assunzione di sostanze che rendono felici perfino nell’infelicità).
Folle eterogenee e multiformi, degrado, sporcizia, violenza, sopraffazione, il tema della rivolta degli umili insieme a quello degli scontri religiosi che dovrebbero infestare la nostra penisola e all’apparire di presenze animali, talvolta grottesche, come quella dei topi Berliner di dieci, quindici chili, che un certo effetto lo fanno.
Infine l’evoluzione dei mezzi tecnici, la possibilità di interrogare i morti (occhio, davvero ai defunti!), il ridurre l’uomo ad una macchina fredda e impersonale, via la spiritualità, solo dati di fatto, i biorobot, clonazioni genetiche, innesto di GPS sottocutanei, le olomaschere, il virtuale per il reale, gli esperimenti e il sacrificio di alcuni per il bene di tutti come sostiene lo scienziato pazzo.
In questo contesto le indagini dei detective del futuro: i vari Cobra, Conrad, Popescu, Saladino Rizzitano, Ines Segri, Kaled e altri ancora, ora vicini allo stampo dell’hard boiled con movimento, assalti e sparatorie varie, ora imparentati, attraverso la loro lenta tenacia e testardaggine, con il vecchio Commissario Cliché (qualcuno fuma pure il sigaro) in situazioni e modi di sviluppo che ricordano il giallo più tradizionale (citato perfino Sherlock Holmes). Storie con i loro bravi colpi di scena, spesso punteggiate da una pioggia continua e assillante a rendere più penosa tutta quanta l’atmosfera.
Idee, spunti, riflessioni, digressioni che colpiscono per la loro efficacia narrativa ( non manca neppure il sorriso) o deludono per la loro scontata proposta e un modus operandi fin troppo facile e banale (a volte perfino sconcertante).
Una realtà ben triste, tragica direi, è dunque quella che ci attenderebbe, se attraverso le storie non si facesse largo tra le pieghe del male, dell’arida indifferenza, il sentimento dell’amore e della fratellanza, la voglia di vivere liberi e di sognare, di riscattare il senso vero dell’umanità a darci un po’ di fiducia nel futuro. Magari, come succede in un bel racconto, attraverso il sorriso di un bambino.
Speriamo bene.
Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it
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