L’uscita di un nuovo libro con storie inedite di Sherlock Holmes e il suo fido amico dr. Watson è sempre un momento di grande interesse per tutti gli appassionati. Lo abbiamo visto con i recenti “Sherlock Holmes e la tragedia del Titanic” (Delos Books) e altri apocrifi inediti proposti di recente. In questi giorni – come avrete abbondantemente avuto modo di leggere su queste pagine – esce il prossimo 10 giugno Il Grimorio di Baker Street, edito da Gargoyle. Il libro è stato presentato sia in anteprima al salone internazionale del libro a Torino, sia il 26 maggio scorso presso Villa Borghese di Roma.
Si tratta di un’antologia di undici storie scritte da svariati autori, alcuni dei quali molto vicini a David Stuart Davies, noto sherlockiano inglese e autore di molti approfondimenti sul detective inglese, tra cui il saggio Starring Sherlock Holmes (Titan Books, 2001).
L’antologia Il Grimorio di Baker Street potrà far storcere il naso ad alcuni sherlockiani fondamentalisti che – se in genere già vedono male l’idea di leggere racconti apocrifi in luogo di quelli canonici (ne conosco alcuni), in questo caso si contorceranno le budella pensando che gli undici racconti proposti nell'antologia rientrano tutti nell’ambito del sovrannaturale.
Ma anche per questa categoria di appassionati Holmesiani il libro offre grandi spunti, a partire dalle tre introduzioni davvero interessanti, dove gli approfondimenti proposti su Sherlock Holmes e tutto il suo universo mettono in risalto l’operato di Enzo Verrengia, del già citato David Stuart Davies e, infine, di Charles V. Prepolec, uno dei due curatori dell’antologia assieme a J.R. Campbell. Che Conan Doyle fosse intrigato dallo spiritismo e dal soprannaturale è ormai noto e, narrativamente parlando, ha scritto anche alcuni lavori di stampo gotico che hanno influenzato un po' il genere. Ma questa passione non è mai andata a intaccare le storie con Sherlock Holmes, maestro della logica e dell'abduzione. Se proprio vogliamo cercare due sue storie che strizzano l'occhio al mondo della tenebra, all'interno dei 56 racconti e dei quattro romanzi che compongono il Canone, dobbiamo pensare al romanzo dal sapore gotico Il Mastino dei Baskerville, col suo cane apparentemente demoniaco, e a Il vampiro del Sussex, dove all'ipotesi di vampirismo iniziale Sherlock Holmes sostituisce presto una meno soprannaturale e triste verità.
Il grande “gioco” però, in questa antologia data alle stampe da Gargoyle, continua anche ai bordi dell’orrore, del fantastico e della dark fantasy. The game is afoot! Non è l’unica eccezione, questa del Grimorio, in cui Holmes deve combattere con l’imprevedibile. Il Nostro – tra i testi più noti di questa tipologia – si è già confrontato nel tempo coi marziani della Guerra dei mondi di M.W Wellman e Wade Wellman (cfr. anche www.sherlockmagazine.it/rubriche/holmeselasciencefiction/) e con il Dracula di Loren D. Estleman. Poi abbiamo anche altri esempi non ancora proposti in Italia, in cui Holmes deve vedersela con mostri imponderabili dal sapore lovecraftiano...
Leggere queste storie – dalla indubbia tensione narrativa – ci permette di analizzare come gli autori provino a rappresentare Holmes mentre approccia misteri di connotazione soprannaturale in modo scettico e ricco di dubbi; ed è questo aspetto che rende l’intera antologia interessante.
Personalmente quando leggo un apocrifo preferisco i racconti costruiti con lo stesso meccanismo narrativo di Conan Doyle, in cui è il dr Watson che narra l’avventura. Forse per questo motivo il racconto che mi è piaciuto meno di tutti è proprio il primo, in quanto ci viene proposto dalla prima moglie di Watson. Mary Morstan. “Il bambino perduto” di Barbara Hambly è una citazione di Peter Pan, pubblicato agli inizi del '900, il cui autore scozzese Matthew James Barrie, come ricorda Verrengia nella sua introduzione, era grande amico di Conan Doyle. Un viaggio allucinogeno che richiede pazienza per chi approccia questa storia sperando di trovare le confortevoli atmosfere di sempre del salotto di Baker Street. Se vogliamo incontrare degli spiriti dobbiamo invece leggere “Il loro destino” di Barbara Roden, o “Il Grimorio di Grantchester” di Chico Kidd e Rick Kennet, o ancora “Lo strano caso del vapore Friesland" di Peter Calamai.
Di grande impatto la storia “La pennellata finale” di M.J. Elliott. Qui l’autore riesce a ricreare quell’atmosfera da incubo che solo Lovecraft, per esempio ne “La musica di Erich Zann”, descrive con grande pathos. “La sua ultima freccia” di Sequeira ammicca invece al genere kinghiano e, in un certo senso Stephen King ci torna alla mente leggendo anche i racconti “Merridew di abominevole memoria” di Chris Robertson e “Simbiosi” di J.R. Campbell. Basandosi sulla dissertazione del professor Moriarty, “Dinamiche di un’asteroide”, segnalo infine “La Lega del Pianeta Rosso” di Kim Newman, che ci offre una splendida variante alla Guerra dei Mondi di Wells.
Sherlock Holmes, maestro della logica deduttiva, viene dunque chiamato ne Il Grimorio di Baker Street a confrontarsi con l’inatteso, l’irrazionale e il fantastico. Paradossalmente, l’attenzione degli autori di queste storie verso una grande aderenza al Canone riesce a mettere in secondo piano la pur sempre costante lotta del Nostro con le forze del sovrannaturale, in questo libro "ovviamente" dietro l’angolo.
Il Grimorio di Baker Street, a cura di J.R. Campbell e Charles V. Prepolec (Gaslight Grimoire, 2008). Traduzione Susanna Raule, Gargoyle, collana Nuovi Incubi 16, pagg. 340, euro 14,50
ISBN 978-88-89541-45-6
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID