Pisticci è il primo a uscire. Lui ha le chiavi del box di Sesto, ma sono copie, o copie sono quelle con cui si gingilla Sesto durante la partita, e le sue non quelle autentiche, non so.. Forse la seconda ipotesi è la più plausibile forse no. Comunque Pisticci apre il box, e comincia a scavare dall’esterno a contatto con la parete di lamiera dalla parte opposta rispetto all’entrata, finchè non vede uno spiraglio di luce; in pratica sino a che non vede la luce filtrare da sotto la lamiera, nel punto dove dentro al box, i quattro hanno predisposto già una buca. Non hanno potuto scavare prima del poker, perché quell’area esterna era piena di addetti alla corsa che cominciavano a predisporre le protezione alle curve,etc.. Pisticci rientra, e dà le chiavi a Ferrigno, che esce, entra nel box, e controlla che tutto quello che serve per inscenare il suicidio vi sia: lo spago, la pistola, un guanto destro, e che la batteria della macchina sia perfetta. Spegne la luce e va via (ovviamente la buca all’interno viene coperta con qualcosa tipo dei vecchi pneumatici). Rientra, e dà le chiavi ad Attolico, che di esse si serve per aprire il box. Ma prima ha intercettato Perrino, che si sta ritirando e che gli chiede spiegazioni tuttavia del poker perché qualcosa l’ha sospettato. Insieme entrano nel box di Sesto, con la scusa che Attolico vuol fargli vedere la Porsche. Apre lo sportello del guidatore e fa accomodare al posto di guida Perrino, che avvia il motore, con la chiave già innestata nel cruscotto. Intanto Attolico gli si è seduto accanto (prima ha indossato quasi del tutto il guanto che è più piccolo della sua mano ma che deve andare bene a Perrino) e in un battibaleno, gli punta alla tempia destra una pistola calibro nove munita di silenziatore e fa fuoco. Si sfila il guanto e lo mette alla mano destra della vittima, poi esce e rientra in sala. Attolico non tiene la chiave ma la rende a Sesto che con essa riapre il box e compie la magia: con lo spago avvolge i perni che escono dalle portiere (e che si abbassano per chiuderle ermeticamente)in modo tale che sia impossibile aprire la portiera dall’esterno. Poi, dopo averne alzato un poco il vetro, preme a lungo il pulsante con cui esso si chiude elettricamente nello sportello accanto al guidatore, finchè, togliendo la mano, il vetro stesso si chiude da solo. La Macchina è ermeticamente chiusa. Solo la batteria in funzione può far funzionare i comandi elettrici: sistemando, prima di ritirare la mano, la levetta della luce interna su posizione di accensione, sembrerà che per questa ragione la batteria sia stata accesa e poi si sia esaurita. Cancella le tracce delle orme sul terreno interno con una frasca che poi cerca di far uscire dal passaggio, ma uno dei rami si spezza senza che lui se ne accorga e gli strappa i pantaloni, e si tira i pneumatici dietro. Ora deve uscire. Lo fa, issandosi fuori e comincia a riempire di terreno la buca, terreno che prima di avviarsi alla sala per giocare a poker avevano abbondantemente bagnato per renderlo malleabile da duro qual’era. Lui spera nel tempo, sa che pioverà e che il fango renderà di aspetto uniforme il suolo circostante. Ha finito di occultare le prove e sta ritornando alla sala, quando comincia a piovere. Si accorge però di essere sporco di terreno e che vi è uno strappo nei pantaloni e inventa la scusa. Ma non si accorge che il terreno di cui è sporco è sì terreno umido ma non fango e che se fosse davvero caduto in una pozzanghera sarebbe stato bagnato, ciò che non è. E di cui si accorge Cesi. E commette un altro grave errore, perché se è vero che prima si è gingillato con il mazzo di chiavi in suo possesso, ora automaticamente lo fa con l’altro. Dico: per quale motivo avrebbe dovuto avere due mazzi di chiavi identiche con sé. Di solito, il mazzo di riserva lo si mette in un posto sicuro, da cui prelevarle in caso di necessità.E poi scavando abbiamo trovato un frammento di stoffa, come quello dei suoi pantaloni signor Sesto, assieme ad un pezzo della frasca che avete usato. Ovviamente prima di uscire dal passaggio e prima di eliminare le orme, lei aveva provveduto a rompere la serratura della saracinesca del box dall’interno, adoperando un vecchio maglio (ecco il rumore di uno schianto che aveva sentito il custode). Troppi errori..
-Idiota, che non sei altro! Era perfetto. Fino ad allora, disse Ferrigno.
-Veramente è stata la scelta del guanto che mi ha messo in allarme: se non l’aveste usato, non avremmo saputo che era l’unica cosa che Perrino mai avrebbe indossato. E poi non avevate pensato ad una cosa: l’indizio che mi ha fatto pensare subito alla stranezza di quel suicidio. Se davvero l’auto fosse stata ermeticamente chiusa prima della morte, l’odore oltre che del sangue anche della povere da sparo avrebbe permeato l’ambiente; e invece in quell’abitacolo non vi era odore. E poi ancora, per quale motivo avrebbe dovuto usare il silenziatore ? Uno che si ammazza non credo gliene freghi poi molto di turbare la pace notturna.
-Commissario, io sono stato costretto a farlo. Mi avrebbero ucciso, se non l’avessi fatto. Sapevo troppo, disse Pisticci.
-Tu proprio, che hai pensato alla soluzione dello spago ? Disgraziato, disse Attolico.
-Già come sempre s’incomincia ora a lanciarsi le accuse: l’assassino è quasi certamente Attolico, correi in omicidio premeditato sono gli altri tre. A proposito, signori, non abbiamo trovato nessuna frasca e tantomeno il frammento: era solo una mia ipotesi. Ma sapevo che vi sareste traditi.
-Maledett!. Era perfetto.
-La vincita è stata ritirata. Verrà data in beneficenza. Servirà per dare un sussidio a molte famiglie che in questo paese sono indigenti: almeno alla fine di questa vicenda qualcuno sorriderà, concluse Longalma.
–Io tuttavia avrei preferito che Perrino ora fosse ancora vivo: speriamo solo che quei quattro non escano tra qualche anno, tra abbuoni, sconti di pena, buona condotta..
-Già. E’ questo il pericolo.
-Ma almeno i loro soldi gli sono sfuggiti.
-Sì, penseranno sempre a quei soldi per cui hanno ucciso e che non son riusciti a conservare..
F I N E
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