Il gatto che scoprì il colpevole di Lilian Jackson Braun, Mondadori 2009. Composto da due romanzi: Il gatto che amava il formaggio e Il gatto che pedinava il ladro.

Diciamo la verità. I gatti in genere non sono molto simpatici. Se ne stanno bene da soli e ti guardano con un’aria di sufficienza (quando ti guardano). Se ci sei ci sei sennò va bene lo stesso. Basta che abbiano il loro spuntino giornaliero.

Qui i gatti sono due, il maschio Koko “snello e muscoloso” con gli occhi azzurri e la femmina Yum Yum “piccola e delicata” con gli occhi “di un azzurro violetto”, completamente diversi da quelli gialli del gatto in copertina che comunque l’azzurro lo sbandiera nel pelo. Il maschio, poi (è una donna che l’ha scelto) ha la capacità di interagire con il pensiero del suo padrone (non per nulla ha trenta vibrisse al posto delle normali ventiquattro) e di aiutarlo a svelare qualche mistero con i suoi atteggiamenti (per esempio facendo cadere per terra un libro della biblioteca con un titolo significativo).

Dunque due gatti particolari e il loro padrone Jim Qwilleran, Qwill per gli amici, un giornalista alto, di bell’aspetto, capelli sul grigio, occhi malinconici e un bel paio di baffoni, che vive nella cittadina di New Pickax. E ci vive pure bene avendo ricevuto in dono una bella eredità.

Ma veniamo al sodo partendo dal primo romanzo. Che certo sarà pure un giallo ma è anche un perfetto manuale di cucina che ci introduce nei segreti del polpettone e dei formaggi. Di tutti i tipi e di tutte le specie con annesse feste e premi speciali per i più bravi. Poi ogni tanto si sa di una misteriosa signora in nero, di un pacco esploso a lei diretto che ha ucciso una innocente ragazza, di una rapina con morto ammazzato annesso e di un altro morto ammazzato anche questo ma dalle api. Così di sfuggita, che le cose più importanti sono altre con il nostro Qwilleran in giro per il paese a spiluccare di qui e di là, a fare interviste, a ricercare un libro di ricette sparito, a vedersela con i suoi gatti (gli legge pure il teatro greco). Soprattutto con Koko che alla fine lo fissa, anzi si fissano per conoscere la verità attraverso il battito delle palpebre (lo giuro).

Nel secondo romanzo pochi eventi: piccoli furti in qua e là che terminano con un furto più consistente al club del bridge, un morto ammazzato, un matrimonio e la sposa che tira il calzino avvelenata. Aggiungo il nostro Qwilleran sempre da tutte le parti a parlare con tutti, a registrare racconti, a comprare i regali di Natale e il solito gatto Koko che fa un po’ di confusione e lo aiuta ancora una volta a svelare il mistero.

Prosa semplice, tutta ricamata e infiocchettata per benino come una bomboniera.

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it