Morte di una strega di Christianna Brand, Mondadori 2009.

Londra, Elysian Hall 1947. Biglietti di un futuro assassino che annuncia morti non naturali. Carosello storico con diversi cavalieri e Isabel Drew “una creatura color miele, morbida e spumeggiante come la panna montata” che deve declamare dall’alto di una torre. Non fa in tempo a spiccicare parola e viene giù atterrando “con un tonfo sordo sul pavimento del palcoscenico”. Davanti all’ispettore Cockrill,  chiamato da una conoscente per via del biglietto minaccioso (uno lo ha ricevuto anche lui come sfida) e per partecipare ad un congresso a cui non parteciperà mai.

In arrivo poi altri biglietti, un tratto di corda, un cappio, una poesia, una spilla, un personaggio sparito, una testa mozzata, diversi personaggi (mi pare tre) che si dichiarano addirittura colpevoli ( e la mi’ nonna!).

Ad indagare l’ispettore Charlesworth “un bel giovanottone dal sorriso disarmante e i capelli a spazzola all’insù” aiutato dal nostro Cockrill dai piccoli occhi lucenti, le dita macchiate di nicotina, “un povero passerotto di campagna” a cui non piace per niente Londra i cui campanili rintoccano anche il quarto dell’ora! (e lui vorrebbe riposare in pace).

Praticamente uno dei tanti misteri della camera chiusa. Da un lato il palcoscenico e dall’altro una porta ben serrata con una persona di guardia. Tessere del mosaico che ora si compongono e ora si sparigliano fino alla conclusione che ricorda un po’ una storia famosa della Christie. Prosa sicura nella delineazione dei caratteri, soffusa di ironia.

A bella chiusura La trasversalità del giallo di Nicola Verde. Un excursus tra Calvino, Glauser, Chandler, Dürrenmatt, Sciascia, Soldati, Grimaldi, Pirandello ecc…per dimostrare in fondo che un buon libro è soltanto quello scritto bene. Trasversalità come superamento del genere. “Il genere che si fa letteratura: letteratura che si fa genere”.

 

Sito dell’autore www.libridiscacchi.it