Sarà il celebre detective creato da Arthur Conan Doyle il protagonista dell'appuntamento con la 28° edizione del Le Giornate del Cinema Muto, che si terrà dal 3 al 10 ottobre 2009, al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone.
Nel quadro di un programma che mira come sempre a esaltare il fascino del film silenzioso presentato con la musica dal vivo, l'investigatore più famoso del mondo e i suoi epigoni saranno al centro della retrospettiva Sherlock and Beyond, che nel bicentenario della nascita dell'inventore del romanzo giallo, Edgar Allan Poe, celebra la tradizione del poliziesco inglese nel cinema degli anni Venti (ma si vedranno anche titoli risalenti a un secolo fa, come Bobby the Boy Scout di Percy Stow o The Peril of the Fleet di S. Wormald).
Un filone cinematografico che in tanto tempo non si è mai esaurito, ma è anzi più vivo che mai, come dimostra l'attesa per l'uscita ormai prossima della superproduzione Warner Sherlock Holmes di Guy Ritchie, con Robert Downey Jr. nel ruolo di Holmes e Jude Law in quello di Watson.
La rassegna delle Giornate offrirà, tra le altre cose, la rara opportunità di apprezzare il talento di Eille Norwood, il migliore Holmes del cinema muto, che vestì i panni del detective 47 volte per lo schermo incassando le lodi dello stesso Conan Doyle. Lo si vedrà in The Sign of Four (1923) di Maurice Elvey e in due episodi delle tre serie da lui interpretate tra il 1921 e il 1923 per la Stoll Film.
La selezione è curata dal critico di Variety Jay Weissberg, è la più completa finora realizzata e comprende molte rarità: non solo produzioni britanniche, ma anche americane, tedesche, francesi, danesi, olandesi e italiane.
Dalla Cinémathèque française arriverà una selezione di film restaurati della preziosa collezione Albatros, la casa di produzione fondata nel 1922 da Alexander Kamenka, che raccolse intorno a sé molti cineasti e attori fuggiti a Parigi dalla Russia rivoluzionaria (tra cui lo straordinario Ivan Mosjoukine, già celebrato alle Giornate nel 2003), ma che produsse anche i film di giovani promettenti registi francesi come René Clair, Jacques Feyder, Marcel L'Herbier.
Dopo aver portato a termine con successo il monumentale Progetto Griffith, che nel corso delle ultime dodici edizioni ha mostrato gli oltre cinquecento film sopravvissuti del maestro di Nascita di una nazione, si inaugura quest'anno una nuova rassegna pluriennale, Il canone rivisitato, che fornirà l'occasione per rivedere — in copie restaurate e alla luce degli ultimi decenni di studi sul cinema muto — alcuni capolavori firmati da maestri del calibro di Mauritz Stiller, Cecil B. De Mille (I dieci comandamenti, 1923) e Carl Theodor Dreyer.
Gioielli delle origini arriveranno dalla Corrick Collection della cineteca nazionale australiana, mentre nel programma The Screen Decades si analizzerà l'impatto delle questioni culturali sul cinema insieme all'impatto del cinema sulla società americana nei primi due decenni del secolo scorso.
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