Una festa gay. Ralph Parrish è venuto a trovare suo fratello Jonathan. Ad un tratto delle urla. E’ proprio la voce di Jonathan che sta leticando di brutto con qualcuno. Ralph si precipita a vedere cosa succede e trova il fratello sul pavimento “vestito di rosso”. Colpito con un coltello in mezzo al petto. Istintivamente toglie il coltello e questa sarà la mossa sbagliata che gli costa l’incriminazione di omicidio. Ma Ralph giura di non essere stato lui e di avere visto uno vestito di nero che correva via lungo la spiaggia. Forse l’assassino.

A difenderlo Matthew Hope, avvocato divorziato dalla moglie Susan, umanamente aperto e disponibile e l’investigatore privato Warren Chambers, “trentaquattro anni, nero, alto e snello”.  Socio di Matthew, Frank Summerville che ha una moglie di cui incomincia a non fidarsi troppo. Meglio farla pedinare. Un classico.

E dunque appostamenti, pedinamenti, movimento, azione, pericolo, passato che si intreccia con il presente. Amore, passione, amicizia, illusione, ricatto e tradimento. I buoni da una parte e i cattivi dall’altra. Una immagine della società americana poco rassicurante: il razzismo, il mondo dei gay, la crisi del matrimonio e della vita di coppia, la facilità di acquistare armi per difesa personale, il cambiamento della città di Calusa tra la fine degli anni 50’ e l’inizio dei 60’.

E poi le solite bugie, la tensione, dialoghi serrati soffusi di ironia (fantastico il pezzo delle ex fidanzate di Matthew che lo pregano di non rivelare il loro vecchio rapporto con i nuovi fidanzati). E insomma un racconto veloce, snello, frizzante. Ambientato sotto una pioggia continua e caparbia. Come Matthew Hope.

 

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