Corpo morto di Marco Polillo, Piemme 2009.
Appena ho letto il titolo subito la reminiscenza dantesca del quinto canto dell’”Inferno”, quando il Poeta dei poeti cade come corpo morto al racconto di Paolo e Francesca. Chissà se l’editore-scrittore ha pensato anche questo nella scelta del titolo. Niente da fare.Trattasi invece di una stupida, grossa ancora di salvataggio (lieve rossore sul volto).
Cognome noto questo Polillo che in breve arco di tempo ha attirato l’attenzione di tanti amanti del mystery attraverso la collana “I bassotti” dotati di una fulgente copertina rossa.
“Un editore nei guai, un vicecommissario di polizia che si concede finalmente una vacanza, il proprietario di una lussuosa concessionaria di automobili, due mitiche sorelle che da ragazze avevano fatto strage di cuori sono i personaggi che si muovono su uno sfondo di sogno, quello di Postano, il paesino che si stende come un anfiteatro tra il mare e i picchi della Costiera Amalfitana”.
Tanto per restare stringati che il numero è ben più ampio con il notaio, il medico, il sostituto procuratore ecc… Vicecommissario Zottia di Milano sposato con Enza e innamorato, da giovane, prima della sorella maggiore Teresa e poi della minore Serena che ha lasciato il marito. Più precisamente Enea “Baffo” Zottia. Lavoro, lavoro, lavoro. Timido, impacciato, capelli neri “un po’ argentati sulle tempie”, paziente, preciso, metodico. Ma al momento opportuno, al momento della verità, allora forte e risoluto, “Occhi fissi, voce ferma, affermazioni decise”.
Aggiungo al contesto il dongiovanni, il giornalista, il ricattatore, simpatie e antipatie, amore corrisposto e non ricambiato, gelosia, invidia, assassinio che si aggiunge ad assassinio, biglietti criptici, congetture, pensamenti e ripensamenti. Bugie, bugie e bugie. Risparmiate le solite scene di sesso più o meno gratuite.
Il tutto alleggerito dalla istintiva ironia dell’autore che versa sui personaggi e sulla vita in generale, sulla fissazione dell’oroscopo, sul mondo dell’editoria salvato, in questo caso, dalla poesia (“M’illumino d’intonso”), sull’utopia di un mondo migliore e su altro ancora. Capitoletti brevi, stringati, si passa da un personaggio all’altro con estrema disinvoltura e sicurezza attraverso un linguaggio altrettanto sicuro senza ghirigori o svolazzi di sorta. Semplice, pulito, con un lieve tocco di sana brillantezza. E io mi immagino Marco Polillo a scrivere e sorridere nello stesso istante.
Il tutto si svolge in nove giorni dal 3 ottobre all’11 ottobre. Colpo finale a sorpresa non certo nuovo per gli esperti, ultimamente in grande spolvero (vedi “Il posto di ognuno” di Maurizio de Giovanni). Ritorno a casa stanco. Triste. Con il gatto a portare un pizzico di sorriso. E una telefonata che ci fa presagire un prossimo, delizioso appuntamento. Per “Baffo” Zottia e per noi lettori.
Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it
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