-L’amo è stato usato per arpionare il fiocco, ben fatto, assai difficile da sciogliere, e..tramite una canna da pesca o un bastone, il pacco è stato calato da una finestra fino giù. Ma, disgraziatamente, l’amo si è staccato. Poi qualcuno ha bussato ad una porta. E Jarvis è andato ad aprire.Ma, i cioccolatini avvelenati non hanno ucciso il Senatore. Perché? Perché, come abbiamo appurato, la scatola che aveva quasi ripulito, conteneva cioccolatini alla cannella, di cui era notoriamente ghiotto. Ha preferito questi a quelli. L’assassino ha visto ed è corso ai ripari. L’ha ucciso. Come? Con questa. E mostrò la chiave.
-Questa chiave è stata ritrovata nella toppa della porta dello studio dalla parte interna. Jarvis è rimasto sorpreso quando gliel’abbiamo mostrata, giacchè ha detto che era sparita molto tempo fa.
Io ieri avevo già fatto un giro nelle varie stanze e mi ero accorto che le chiavi delle porte di alcune stanze ne aprivano altre, alcune bene alcune male. Per farla breve, mi sono accorto che questa chiave apriva bene e chiudeva altrettanto bene, la porta del bagno del secondo piano, per il momento non usato da nessuno, visto che è il piano riservato agli ospiti: chi mai si sarebbe accorto che lì mancava una chiave? Quella chiave è questa, apre e chiude bene dall’interno ma si blocca se si vuol chiudere la stanza dal di fuori. Quindi quella persona che ha calato il pacco dei cioccolatini avvelenati, ha usato questa chiave per chiudere la porta dall’interno.
-E allora come spiega, signor figlio dell’Ispettore, questo? Se l’assassino avesse chiuso la porta dall’interno, dopo aver ucciso il Senatore, con la cal. 22, probabilmente munita di silenziatore, giacchè non abbiamo trovato segni di bruciature intorno alla ferita, come avrebbe fatto ad uscire?.
-Il buio, signor Procuratore. Il buio, lo spiega. L’assassino dopo aver ucciso il senatore è rimasto nella stanza, ha spento la luce, in modo che chi buttasse la porta giù non si accorgesse della sua presenza, e poi, immediatamente dopo, ha fatto finta di essere accorso. Chi è accorso subito dopo che lei John e Jarvis avete buttato la porta giù? E chi sapeva, perché abitava qui, della possibilità che alcune chiavi di porte ne aprissero altre seppure con difficoltà? E chi ha fatto in modo che Jarvis pensasse che avevano bussato alla porta d’ingresso? Solo una persona. Quella che era nella stanza vicino alla porta d’ingresso: vi ha bussato fortemente dall’interno, dopo che dalla finestra con le inferriate ha fatto passare il pacco, grazie ad un bastone o canna da pesca con un filo ed un amo:
la cuoca.
Tutti guardarono Helen. Ne guardarono gli occhi annebbiarsi, la videro portarsi le mani alla gola e stramazzare in avanti, con le dita sporche di cioccolato: i suoi cioccolatini al cianuro erano purtuttavia serviti allo scopo, anche se a morire aera stata lei.
-Non era una vera cuoca. Era la sua sorellastra, Geena. Era partita per la foresta amazzonica e qui era scomparsa, dopo che il fratello l’aveva inserita nel testamento. Era riapparsa sotto mentite spoglie, quelle della cuoca. Il fratello non l’aveva riconosciuta dopo molti anni, invecchiata com’era. Il suo scopo era chiaro: cogliere l’atto propizio e ucciderlo, senza che nessuno avesse potuto provare che sarebbe stata lei. Poi lui aveva deciso di cambiare testamento estromettendola, giacchè di lei non si avevano più notizie. E allora aveva deciso di accelerare il tutto. Probabilmente, avrebbe utilizzato i famosi cioccolatini per uccidere qualche altro degli eredi o magari tutti, ma è andata storta. All’inizio sono stato ingannato dal fatto che non vi fosse nessun legato per il maggiordomo e per la cuoca; poi, mettendo le tessere a posto, il mosaico è stato ricostruito.
-Bravo, Ellery, lei dovrebbe fare il poliziotto.
-Fortunatamente ce n’è già uno in famiglia, rispose lui.
F I N E
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