Ho fra le mani Discesa fatale di Jhon Rode e Carter Dickson, Polillo 2008, ovvero di Cecil John Charles Street e John Dickson Carr, due scrittori con in comune il vizio di scrivere rompicapi impossibili. E se si mettono insieme queste due teste diaboliche allora può venire fuori il libro sopra citato, dove i neuroni del lettore sono sotto costante pressione. Qui abbiamo Sir Ernest Tallant, un magnate dell’editoria, che si ritrova un buco in testa mentre è nel suo ascensore privato. Nessuno si è avvicinato alla cabina, niente arma del delitto. Il classico mistero dell’ascensore chiuso. A indagare l’ispettore capo David Hornbeam di Scotland Yard e il medico legale Horatio Glass che un si trovano d’accordo pe’ gnente.
Accodatevi a loro e in bocca al lupo!
Un piccolo libro con la copertina arancione Sinfonia per un delitto di Roberto Negro, Fratelli Frilli 2008.
Il Commissario Scichilone di Ventimiglia “Separato, senza figli, basso e calvo, con un fisico da lottatore”, lasciato dalla moglie Assunta che non poteva dividerlo con il suo lavoro, se la deve vedere con morti uccisi a coltellate (Luigi Casati professore di musica, Filippo Recalcati maestro di musica, Fedora Altieri cantante lirica, Silvio Gazzani musicista) che hanno in bocca un estratto della Cavalleria Rusticana di Ma scagni. E arriva anche un quinto cadavere… In seguito, come supporto, verrà affiancato anche dall’esperto (si fa per dire) Valentini.
Il racconto si svolge su schemi già risaputi (non manca il solito amico giornalista), i personaggi restano ancora bloccati, senza quella forza espressiva che li rende autentici e vivi e solita storia della città invasa da spacciatori e tossici. Uno dei tanti, troppi libri mediocri in circolazione. E per mediocre non intendo dire brutto ma privo di quella freschezza ed originalità che è sempre più difficile trovare.
Se volete dare una scossa al vostro cervello che vi sembra moscio e intorpidito allora vi consiglio di leggere Fuoco nella polvere di Joe R. Lansdale, TIF extra 2008. Passerete così di botto dall’apatia al più sfrenato movimentismo. La parola il computer me la sottolinea in rosso ma ci siamo capiti. E se non ci siamo capiti fate conto che il vostro cervello riceva una scarica elettrica di qualche migliaio di volt.
Non chiedetemi una trama precisa che non sono in grado di darvela. O meglio mi ci provo ma non ci giuro sopra. Buffalo Bill, Toro Seduto, Wild Bill Hickock, Annie Oakley e…e gli altri protagonisti del Wild West se ne vanno in Giappone su una flotta di Zeppelin per una missione diplomatica su cui taccio per non inventarmi qualcosa.
Buffalo Bill è praticamente ridotto ad una testa che vive artificialmente. Suo unico scopo è quello di portare via il mostro Frankenstein dalle grinfie di un tizio che si nutre della sua carne come afrodisiaco. Il mostro gli serve per riavere il suo corpo (non chiedetemi come).
Fuggendo dal Giappone lo Zeppelin viene colpito dagli aerei giapponesi, salvati dal Naughty Lass del capitano Bemo (il Nautilus di Nemo) e portati sull’isola del terribile professor Momo che si diverte con le sperimentazioni sugli animali. E qui abbiamo l’omino di latta del mago Oz, una foca che legge e insomma altre varie, spumeggianti invenzioni. Sia di personaggi che di fatti tra cui spicca l’amore che nasce tra l’omino di latta e Frankenstein e il pisellone lungo di Momo, preso ad uno stallone, srotolato sul tavolo seguito a ruota da quello di Toro Seduto che, in quanto a toro, non è da meno. E poi c’è anche l’arrivo di Dracula il vampiro, la ribellione degli uomini-bestia, la fuga dall’isola e via e via e via.
Ritmo veloce, incalzante, battute su battute, descrizioni inverosimilmente precise sui vari meccanismi che regolano e fanno vivere i mostri e sulle operazione del professore matto, una sarabanda di fatti che si affastellano e si rincorrono fra loro in uno scompigliato scenario di fantasia.
Un ‘asino di diavolo. Troppa grazia Sant’Antonio!
Aggiungo Romeo sanguina di Robert Ellis, Mondadori 2008. “Una moglie selvaggiamente mutilata nel suo appartamento. Un marito il cui alibi fa acqua da tutte le parti. Un caso che sembra chiuso ancora prima che inizino le indagini. Una detective che dubita perfino delle prove più schiaccianti. Un enigma celato in due indizi apparentemente privi di senso che portano direttamente ad altri efferati delitti…”.
Insomma abbiamo un serial killer che se la spassa accoltellando le vittime e lasciando come firma un disco con le sinfonie di Beethoven (quasi tutti gli assassini amano l’opera…) e tutta la polizia che gli dà la caccia con Lena Gamble, della Sezione speciale omicidi di Los Angeles, in testa insieme al patologo, all’analista che ci offre il profilo dell’assassino (un classico) e via via tutti gli altri. Abbiamo anche la conoscenza diretta del criminale con le sue paturnie e non è solo…
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