“Il 26 aprile 1478, durante la messa domenicale, Lorenzo de’ Medici e suo fratello Giuliano, i giovani leader di Firenze, furono assaliti nel duomo. Giuliano fu pugnalato diciannove volte, e morì sul colpo, mentre Lorenzo, ferito solo leggermente, riuscì a sfuggire all’attentato. I fiorentini leali ai Medici reagirono, violentemente massacrando tutti gli attentatori che riuscirono ad acciuffare.

Questo audace attacco, uno dei più famigerati e sanguinosi complotti del Rinascimento italiano è noto come la congiura dei Pazzi”.

Così nel Prologo di L’enigma Montefeltro di Marcello Simonetta, Rizzoli 2008, lo storico che ripercorre gli anni tumultuosi che precedettero la congiura, “i suoi retroscena e le sue ripercussioni sugli eventi che ne sono seguiti”. Con qualcosa in più. La scoperta nel 2001 di una lettera che contiene informazioni fino ad ora sconosciute sulla detta congiura. Ed essa rivela che uno dei mandanti è…(un po’ di suspense)… Federico Da Montefeltro, duca di Urbino. E l’altro addirittura il papa Sisto IV…

Prima, però, e più esattamente nel dicembre del 1476, abbiamo l’assassinio di Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, che rompe gli equilibri di potere allora nella nostra penisola. Da qui parte il racconto (la storia degli eventi si legge proprio come un racconto) di Marcello Simonetta discendente di Cicco Simonetta, cancelliere degli Sforza dal 1450 che ebbe un peso notevole in quelle vicende. E che si allarga ad altri eventi importanti legati più o meno strettamente all’argomento.

Il 26 aprile 1478 avviene il fattaccio già accennato all’inizio. Tutti i congiurati vengono presi e giustiziati. Francesco Pazzi è catturato nelle sue stanze del palazzo di famiglia, trascinato per la strada e impiccato alle finestre più alte di Palazzo Vecchio. Idem per l’arcivescovo Salviati e stessa sorte per Jacopo Pazzi. Cambia solo il luogo dell’impiccagione, Piazza Signoria. Jacopo Bracciolini, il famoso umanista, viene afferrato per i capelli da Cesare Petrucci e fatto sfracellare dalle finestre di Palazzo Vecchio. Gian Battista, conte di Montesecco (che è poi quello che rivela la congiura), è catturato tre giorni dopo e decapitato alla Porta del Podestà. Si salva solo il cardinale Riario, nipote del papa, messo in prigione. Il corpo di Jacopo Pazzi è dissotterrato dal popolo per ben due volte e poi gettato nell’Arno. Bernardo Bandini, l’assassino di Giuliano, viene catturato un anno più tardi a Costantinopoli, portato a Firenze e impiccato il 29 dicembre 1479. I Medici rimangono al potere.

Il libro continua con le vicende intriganti che coinvolgono Firenze, Milano, Napoli e il papato. Ricco di personaggi, di avvenimenti, di malizie diplomatiche, di sospetti, di spie (ce ne sono diverse con nome e cognome), di documenti. Prosa accurata e piacevole, molte note a supporto, un indice sulle fonti e un’ampia bibliografia chiudono questo bel libro.

 

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