Il ViceCommissario Sansa e Alteri si inginocchiarono presso il corpo. Era, o meglio era stata una gran bella ragazza. Quello che loro ora identificarono come un punteruolo sporgeva a fatica col suo rozzo manico da una ferita da cui usciva poco sangue.

“Nessuno esca. Sorvegliate le uscite e fermate tutti coloro che erano presenti nell’Osteria”.

Ne furono fermati tre. Uno era Don Ceramicola, che stava per votare e che si era fermato sulla soglia, sconvolto da quella morte tremenda: ora stava recitando il Rosario; un altro era il Sindaco, l’Avv. Maccarone che stava parlando con l’Oste, e quest’ultimo, che era anche Assessore all’Annona, Egidio Belcore. Guarda caso tutti e tre facevano parte di quella nutrita schiera che aveva avversato in ogni maniera la vittima, perché si ritirasse a causa dei suoi discinti costumi.

“Quindi abbiamo tre possibili omicidi”.

“Sì, se fossero stati dentro

la stanza. Ma questi tre stavano fuori”.

Tuttavia i tre parevano incarogniti gli uni verso gli altri.

“Dio vi perdoni tutti! E perdoni soprattutto l’omicidio di questa sventurata, che svergognata era, ma non aveva il diritto di morire così..”.

“Senti chi parla, e da quale pulpito viene

la predica. Ma proprio lei Don Ceramicola parla, lei che voleva arrostirla sul rogo?”, diceva il Sindaco.

“Stia attento, e badi a come parla. Se non vuole che la quereli”.

“Sì, è vero, stiamo attenti alle parole”, intervenne l’Oste.

“Ma se lei era uno di quelli più arrabbiati”, intervenne il Presidente di seggio.

“Stia zitto lei, bigotto che non è altro. E ipocrita”, disse la sua il rappresentante della lista di sinistra.

“Ecco abbiamo uno di quei comunisti che ci hanno rovinato. E’ colpa vostra se questa è morta: se non fosse venuta qui a fare la smorfiosa, ora sarebbe viva”.

“Bene, bravo. Sono questi porci ad averci rovinato. Le donne devono rimanere a casa a governare la casa e ad occuparsi dei figli!”, disse il rag. Cuori della lista di estrema destra.

“Porco fascista. Siamo stati troppo buoni all’indomani del 1945. Vi dovevamo appendere tutti agli alberi d’Italia”, fu la sentenza di quello di sinistra. –“

La nostra Luisella l’avete uccisa voi o quelli del centrodestra”.

“Bugiardo”.

“Assassini”.

E via dicendo. Fu necessario che intervenissero in sei per riportare l’ordine.

Alteri ispezionò la cabina: era una come tante. Osservò che la matita non c’era (infatti era stata trovata stretta nella mano destra della vittima) e che la scheda era ancora chiusa, appoggiata al piano di scrittura in legno. Le urne e i 3 rappresentanti erano a circa due metri dalla finestra, tre e mezzoquattro dalla cabina in diagonale.

I 3 rappresentanti di lista, interrogati subito insieme e poi separatamente, negarono di essersi avvicinati e tantomeno di aver visto nulla. E la loro tesi fu confermata dal piantone, il terzo agente, che stazionava fuori dell’uscita e che li vedeva in pieno e che asseriva che non si erano mai avvicinati alla cabina.

“E poi, se anche uno dei tre, al passaggio della Bona verso la cabina l’avesse inopinatamente accoltellata, magari riparato dalle spalle degli altri, la vittima sarebbe stramazzata lì davanti e non sarebbe andata verso la cabina, fermandosi, aspettando tre minuti, fumandosi una mezza sigaretta, e poi entrare, e poi stramazzare. Nessuno con un punteruolo conficcato nella schiena ed una morte quasi istantanea, si comporterebbe così. No,no. C’è qualcosa che non quadra”.

“Complimenti, commissario, vedo che è sulla buona strada. Sì, non c’è dubbio è stata assassinata in altro modo. Ma come? Qualcuno le stava alle spalle, a sinistra, o un mancino come dice il dottore. Capite? Le stava dietro, a due passi, altrimenti non avrebbe potuto accoltellarla, ed imprimere una tale forza da affondare persino il manico nella ferita. Dobbiamo trovare qualcuno di corporatura non indifferente..”.

“Dott. Alteri ma qui abbiamo solo Don Ceramicola, che stava sulla soglia della porta, il Presidente di seggio che stava ancora seduto, quando sono entrato in seggio, e Lei. Ma lei stava di là, mangiando..”.

“Dell’ottimo cinghiale. Grazie per avermi escluso dal novero dei possibili assassini..”.

“Vabbè. Ma dove ci troviamo ora? Nel bel mezzo di un omicidio impossibile. Comincio a pensare che lei porti..”, e così dicendo fece le corna dietro la schiena.

“Ah, quindi son diventato un untore! E meno male che mi ha chiamato lei! Vado via”.

“No,No, scherzavo. Come può pensare che io..”.

“Non lo penso affatto, né mi frega che qualcuno lo pensi. Volevo vedere la sua reazione”.

“A proposito chi era di piantone fuori?”. E gli furono presentati i due agenti che lo avevano fermato prima.

“Non avete visto nessuno di sospetto aggirarsi nei paraggi?”.

“Nessuno si è avvicinato all’Osteria ne è entrato che non fossero le persone fermate”, disse il primo.