Copertina nera con una grande V bianca e sottotitolo vagamente pomposo I migliori giallisti toscani raccontano amore e morte in Versilia, compendiano il succo di questo libro pubblicato da Marchio Del Bucchia, 2005 e ritornato improvvisamente sugli scaffali delle librerie di Siena. Si vede che in giro si è sparsa la voce che acquisto gialli di ambientazione toscana, meglio se scritti da toscani stessi, che gli editori si sono buttati su questo argomento. Almeno un lettore è sicuro. E in un momento di concorrenza spietata come l’attuale è tutto grasso che cola.

 Ora, però, incomincio ad avere una certa apprensione. Non vorrei che con la scusa di mettere a nudo le magagne di una città o di un paese si arrivi a scandagliare i quartieri e poi a ficcare il naso perfino nelle singole case. E a scoprire, magari, che anche il sottoscritto non è immune da qualche canagliata, come quella di ieri (nel momento in cui scrivo) quando ho fatto fuori con un colpo di ciabatta ben assestato un innocuo ragnetto che penzolava tranquillo sul muro del mio studiolo.

Ma veniamo a bomba. Racconti grotteschi con Diavolino dal lungo pisello, la canzone di Mina (o Mina stessa?) rivelatrice della verità, cosa si fa per non perdere il proprio amato, la Nemesi storica che si presenta sotto le sembianze di una splendida ragazza, un amore sognato (il racconto più bello). Non manca il finale a sorpresa, anzi ad essere precisi, due finali a sorpresa nello stesso racconto e qualche spunto di riflessione su certi problemi della nostra società. E non manca neppure il personaggio realmente vissuto incarnato addirittura nel grande e indimenticabile Ettore Petrolini.

La prefazione di Valerio Varesi non riesce ad allontanare la sensazione, almeno per alcuni racconti, di qualcosa di costruito, di artefatto, insomma di non completamente sentito. Oppure sentito, ma non pienamente espresso.

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it