Decisi smetterla anche con i giornali e di fare come le tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano.

 

 

A pesca!

 

In quel periodo di merda ero talmente ridotto male che Manganelli cercò in tutti i modi di darmi una mano.

“Commissario, non può andare avanti così. E’ proprio a terra. Qui ci vuole aria aperta, movimento, bisogna avere interesse per qualcosa. Non può rinchiudersi in se stesso. Via, non la posso vedere in questo stato!”.

“Non mi guardare”.

“E invece la guardo e più la guardo e più mi fa pena”.

“Ecco, le tue parole sono come un balsamo sulle mie ferite”.

“Come che?”.

“Dico che mi stai tirando parecchio su di morale”.

“No…volevo dire…insomma deve venire con me”.

“Questa è la cura giusta. Non ci avevo pensato”.

“Anche in fase di crisi la battuta non manca. Buon segno. Insomma domani, essendo domenica, ce ne andremo a pescare insieme”.

“Che ne dice?”.

“Che ne dico? Mi pare una bella str…”.

“Vede che avevo ragione? Una bella strigliata al fisico, una bella girata di buona mattina, una buona colazione all’aria aperta, una bella pescata, perché lei lo sa che sono un provetto pescatore. Si ricorda quando venne a casa mia per quell’incontro…”.

“Quale incontro?”.

“Ah, ma allora è messo male davvero. Eva e Maria, commissario!”. Manganelli si riferiva al fatto di quando mi aveva invitato a casa sua in compagnia di due ragazze, molto carine e molto allegre, soprattutto molto allegre. Ed io avevo fatto vedere ad una di esse, non ricordo se ad Eva o a Maria, ma mi pare proprio a Maria, come il postino suonasse due volte. Il ricordo di quell’incontro mi strappò un lieve sorriso.

“Vede che se lo ricorda? Eh, vecchio drago…”.

“Manganelli, non ti permetto…”.

“Mi scusi, commissario, mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo nel vederla rifiorire a nuova vita. Dunque in quell’occasione ebbe modo di osservare anche alcune mie fotografie di eccelso pescatore”.

“Ho visto che tenevi in mano un pesce, non so se pescato o comprato…”.

“Pescato, commissario, pescato con le mie mani, anzi con la mia lenza. Domani di buona mattina andremo a pescare. Una pesca facile facile con i bachini. Non prenderemo pesci grossi ma almeno ci divertiremo a tirarne su parecchi. Verrò io a prenderla”.

Il concetto di buona mattina di Manganelli si rivelò essere del tutto particolare, o meglio molto ma molto personale. Mi aspettavo il suo arrivo, che ne so, verso le sette o le otto e invece il campanello incominciò a trillare, anzi a strillare, che erano appena le cinque.

“Chi dorme non prende i pesci, commissario!”. La mia risposta dovette colpirlo perché sbiancò di colpo e non aprì bocca fino alla partenza con la macchina verso un torrente di cui non ricordo il nome.

“Questa è la nostra giornata, commissario. Avanti Savoia!”. E fu così che andammo avanti per parecchio tempo attraverso strade e stradine di campagna piene di buche e di cunette fino ad arrivare al punto stabilito in cui dovevamo lasciare la macchina e proseguire a piedi. Scesi dalla macchina con lo stomaco in subbuglio e una pressante voglia di vomitare.

“Accidenti come è bianco, commissario. Non mi dirà che le ha fatto male la macchina”.

“Non credo. Il viaggio è stato liscio come l’olio” farfugliai con un certo affanno.

“Bene, ora prendiamo tutto l’occorrente e ci avviamo verso un posticino che conosco solo io. Arriveremo in quattro e quattr’otto e vedrà che non ci sarà nessuno a romperci le tasche”. Il concetto di quattro e quattr’otto si rivelò simile al concetto di buona mattina. Credo che una qualsiasi persona normale intenda quattro e quattr’otto all’incirca cinque minuti o dieci. Al massimo un quarto d’ora tanto per scialare. Non di più altrimenti si usa un’ altra espressione, tipo “Ci metteremo un po’ ma ne vale la pena”, oppure “C’è da fare parecchia strada”, o ancora “Ci faremo una lunga passeggiata”. Anche per dare un’idea a chi ti segue di quello che lo aspetta. Ebbene il quattro e quattr’otto di Manganelli coincise in maniera spiccicata con un’ora di duro cammino tra viottoli, sterpaglie, macchioni, arbusti spinosi e buche improvvise a dimostrazione che quel posto lo conosceva veramente solo lui. Nemmeno i cani ci sarebbero arrivati.

“Che ne dice, commissario?”. Non risposi ma ripresi fiato e incominciai a pulirmi il sangue che colava da una guancia per colpa di certi pruni maledetti.

“Bene, ci sistemiamo qui. Tanto per cominciare ci mangiamo un bel panino al formaggio e al prosciutto innaffiato con un buon vinello”. In altre occasioni mi ci sarei buttato a capofitto ma in quel momento di tutto avrei fatto piuttosto che mangiare. Risposi scuotendo malinconicamente la testa.