Avevo già conosciuto la bella raccolta di racconti Donne pericolose pubblicati dalla Piemme e quindi non ho avuto esitazioni di sorta a impadronirmi anche de Il gioco dell’amore e della morte a cura di Harlan Coben, della stessa casa editrice. Se si offre un ottimo prodotto si pensa sempre che lo sia anche il prossimo. E non mi sono sbagliato.
Intanto le penne. Voglio dire gli scrittori. Tutta gente che mastica la lingua fin da quando succhiavano il latte della mamma. Basti pensare al curatore, quell’Harlan Coben che si è pure concesso il lusso di vincere i premi più ambiti della letteratura gialla: l’Edgar, lo Shamus e l’Anthony. Tanto per gradire. Oppure Laura Lippman che non avrà vinto l’Anthony ma si è beccata l’Agata e Nero Wolfe. Non so se mi spiego. E gli altri mica sono da meno.
Poi i racconti. Che si snodano belli fluidi (qualche intoppo c’è sempre via…) come una filastrocca: conseguenze di una ingiusta condanna, matrimoni falliti con inevitabile soppressione dell’altro/a, destini che si intrecciano, vendette compiute e non compiute, cambi improvvisi di prospettiva e di giudizio, discussioni sugli scrittori, sul perché si scrive (evasione, dissotterramento delle verità della vita, racconto di menzogne…), il dubbio che arrovella (l’avrà ucciso/a?), la solitudine confortata dalla presenza di un gatto,
il sesso senza amore, rapporti irrisolti tra padre e figlio, tra moglie e marito, ricatti, inganni,tradimenti, il cane che ha visto l’assassinio, l’impostore che ha preso il posto del marito, e il solito (ormai è di moda) richiamo ai rischi di chattare che ci si può trovare davanti a sorprese inaspettate.
Racconti che entrano dentro, sviscerano la psiche, suscitano fermenti e nello stesso tempo sono reali e brutali. Non manca l’esempio esilarante di “Finché morte non ci separi” di Tim Maleeny. Un chimico e una botanica. Marito e moglie. Festeggiano sessanta anni di matrimonio. Tutti carini e gentili. Si raccontano la loro vita durante il pranzo. I loro viaggi, i loro ricordi, i loro piccoli difetti. Un pranzo un po’ particolare ricco di sorprese. Con piatti particolari. Ora conditi con stricnina, o con l’olio di jatropha, o cicuta. E sorprese nelle sorprese con il gas al cianuro, che si sprigiona al levarsi di un coperchio, o il curaro iniettato attraverso il contatto con l’anello matrimoniale. Uniti fino alla morte. Che bella coppia!
Lo stile, anzi gli stili dei racconti, pur nella loro diversità, mantengono quasi sempre un livello elevato. Riescono a trasferire al lettore quelle atmosfere di dubbio e incertezza, di strano e misterioso che circola nell’aria senza eccessivi appesantimenti.
Se “Le storie hanno il potere di cambiare le persone”, come afferma uno dei personaggi di “Ciance” (autore Steve Hockensmith), leggete queste storie. Se il cambiamento sarà in peggio o in meglio lo vedrete in seguito.
Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it
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