Questa volta sono stato colpito da un libro di piccolo formato ma ricco di molte pagine (462), con  copertina di un giallo scuro e scritta “Assassino” disegnata a mezzaluna in forma scherzosamente infantile, pubblicato da nottetempo 2007.

“Il dipartimento di Letteratura dell’Università di Gerusalemme è protagonista dell’appassionante giallo Un delitto letterario di Batya Gur. Il commissario Ohayon ha l’incarico di scoprire gli intrighi che si nascondono dietro la morte di due membri del dipartimento: Shaul Tirosh, il carismatico poeta che ne è anche il direttore, e Iddo Dudai, un promettente dottorando. Il commissario, appassionato di poesia, si addentra fra le tensioni che lacerano il dipartimento, così che l’indagine poliziesca e l’indagine letteraria finiscono per confluire nella sconvolgente verità dei delitti”. Aggiungo Tirosh morto per fratture al cranio e soffocato con una cravatta, Dudai durante una immersione per intossicazione di monossido di carbonio. Molti potenziali nemici per il primo “Gli studenti che ha maltrattato, le donne con le quali aveva delle relazioni, i loro mariti, i poeti e gli uomini di lettere che aveva umiliato…”.

Michael Ohayon: direttore della sezione investigativa del distretto di Gerusalemme, divorziato (al solito). Alto, zigomi sporgenti, sguardo triste. Uomo “forte, equilibrato, colto e un donnaiolo impenitente e grazie a questa reputazione molte donne ne erano attratte ancor prima di incontrarlo”. Amato dai colleghi per la sua serenità e la sua modestia. Ha un figlio di nome Yuval che da piccolo accudiva con amore. Si separa quando ha sei anni e lo vede due volte alla settimana. Si ritrova con lui ad un corso di sub. Sempre colpito dalla morte, a volte prova perfino compassione. Alla prima ondata di terrore segue la spossatezza e la “ sensazione che tutti i suoi successi precedenti fossero svaniti di colpo”. Ricordi della madre quando andava dai suoi insegnanti e talvolta non era in grado di capire le domande che le facevano e lui ne provava vergogna. Ricordi di quando era all’Università e aveva conosciuto Nira, la sua futura e ora ex moglie. Porta jeans scoloriti, fuma sigarette (parecchie) e beve caffè (troppo). Durante l’investigazione all’inizio è lento perché vuole cogliere l’atmosfera, conoscere bene i personaggi. Ottimo lettore di poesie e classici. Irritato dalla scoperta che Tirosh “ amasse viziarsi, a cominciare dai vestiti fino alle bottiglie di profumo e acqua di colonia italiana che aveva trovato nell’armadietto del bagno, e ai formaggi francesi nella cucina”. Per distrarsi e rilassarsi c’è il ristorante Meir nel cuore del mercato Marane Yehuda. Visto da Raheli mentre viene interrogata: signore bruno con le dita “lunghe e irrequiete” guance ben rasate, zigomi sporgenti, occhi scuri e profondi. Inoltre voce “morbida e pacata”, ciglia lunghe e nere, folte sopracciglia, le braccia “abbronzate messe in risalto dalla camicia bianca e odore di pulito. Non gli piace essere presente durante le autopsie. Mentre interroga riflette “A volte, si disse tra sé e sé Michael Ohayon, le persone sono più stereotipate degli stereotipi che si attribuiscono loro. Adina Lipkin è

l’incarnazione di tutte le idee preconcette sulla segretaria che si identifica fino in fondo con il proprio lavoro”. Colpito dalla bellezza di Yael Eisenstein “Notò il seno florido e rotondo, il corpo esile e pensò alla Madonna Nera. Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso ma non desiderava toccarla”. Ha una relazione da sette anni con Maya sposata che lo lascia perché il marito ha bisogno di assistenza. Ricordi dei loro primi incontri. Questa separazione, o meglio abbandono, lo colpisce in maniera profonda. Acuto osservatore “Michael memorizzava ogni particolare “Osservate il corpo,” spiegava agli studenti dell’Accademia di polizia, “è il corpo a parlare””. Alla fine dell’inchiesta “Come sempre non aveva la sensazione di avere vinto. Provava solo tristezza e il desiderio profondo di raggomitolarsi dentro una donna e dormire per anni”.

Abbiamo un’indagine psicologica approfondita (talvolta ai limiti della sopportazione), capitoli spesso lunghi, fatti e persone visti da diversi personaggi. All’inizio dall’occhio di Ruhama (40 anni con aspetto giovanile), moglie di Tuvia e amante di Tirosh da cui viene lasciata; poi da Raseli, studentessa del terzo anno di psicologia. Amori, passioni, abbandoni, dissertazioni letterarie a non finire (citati poeti ebraici, Madame Bovary, racconti di Cechov e Gogol, “

La Commedia Umana” di Balzac ecc…). Stile semplice ma un po’ lungagnoso (popolare toscano delle mie parti). Per dire, sarà pure interessante ma che fatica!

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