Per non annoiarmi troppo con la lettura dei soliti libri (oggi sono quasi tutti uguali), cerco di cambiare ogni tanto almeno il sottogenere all’interno del genere giallo. E così passo dal giallo classico al thriller, dal noir allo psicologico e via dicendo. Oggi vi presento un romanzo poliziesco che abbisogna dell’interessamento di tutte, ma proprio tutte le vostre cellule grigie.

I fatali 5 minuti di R.A.J. Walling, Polillo 2007.

“Poco dopo le 6, 50 del pomeriggio Wellington Burnet, facoltoso uomo d’affari inglese, è nel suo studio, nella grande casa di campagna di Midwood, vivo. Poco dopo le 6, 55, il suo corpo viene ritrovato privo di vita in quello stesso studio. Durante quei fatali cinque minuti nessuna delle persone presenti a Midwood sarebbe potuta entrare nella stanza, commettere il delitto e uscirne senza essere vista. Eppure qualcuno l’ha fatto. I sospetti non mancano. C’è Alison, la giovane e bellissima moglie di Burnet, e c’è l’avvocato Cossor, il principe del foro la cui passione per lei è risaputa. C’è Eldford, il maggiordomo assunto senza alcuna referenza, e c’è Denley, il segretario personale il cui comportamento rivela un’intimità eccessiva con

la famiglia. C’è Gillespie, il giovane nipote, e infine c’è Annesty, l’ospite che solo Burnet conosceva, convocato per discutere imprecisati affari. Il colpevole deve per forza essere uno di loro, perché erano i soli a trovarsi nella casa in quei cinque minuti, ma tutti hanno un alibi inattaccabile”.

E c’è l’investigatore dilettante Philip Tolefree (dico io) che andiamo subito a conoscere. Ce lo presenta il signor Farrar, l’io narrante dell’intera vicenda che si occupa di navi “Tolefree era un uomo di media altezza, dai capelli scuri, sempre ben rasato, con un viso piuttosto simpatico e – quando era divertito – un sorriso davvero piacevole. Con il suo abbigliamento curato e discreto, e i suoi modi pacati, lo si sarebbe potuto prendere per qualunque cosa, un avvocato, un funzionario statale di alto grado, un insegnante. Non aveva nulla dell’investigatore, reale o romanzesco. Il che non significa che avesse una personalità incolore, ma semplicemente che non portava addosso nessuno dei segni tipici di una specifica professione”.

Uomo solitario, riservato, senza nemmeno una governante, ma con una donna delle pulizie che gli prepara

la cena. Mangia sempre solo e in silenzio con qualche “tomo filosofico appoggiato contro la caffetteria”. Dunque con il pallino della filosofia ma anche “pratico e realista”. Lavora attraverso una copertura come agente assicurativo. Ha un ufficio in Watling Street, due piccole stanze arredate da calendari e locandine di compagnie di assicurazioni. All’inizio la classica deduzione alla Holmes sul lavoro e gli interessi del signor Farrar che fa le veci di Watson “Una mia pessima abitudine, quella di ricostruire le situazioni senza neanche rendermene conto”. Piccolo spunto su Farrar riportato da lui medesimo “La City, il club e una partita settimanale a golf mi bastavano, con una occasionale rappresentazione a teatro e Tolefree a occupare il vuoto del giovedì sera, senza dimenticare una moltitudine di nipoti e nipotine da portare fuori la domenica”. Serve a mettere in maggiore risalto le doti dell’amico. Le sue intuizioni, è logico, vengono facilmente ribattute.

Abbiamo anche il  “massiccio e rubizzo” ispettore Catterick dotato di buona perspicacia ma non all’altezza di Tolefree. Per tutto il libro quasi un duello fra i due. Il nostro investigatore non ha eguali nello studio delle fisionomie e osserva, fissa, scruta volti e atteggiamenti, soppesa e analizza parole. Rivolto a un personaggio del libro “Lei non studia i volti abbastanza a fondo per essere un buon investigatore, Gillespie”. A volte fa apposta a stuzzicare le persone per vedere come reagiscono alle sensazioni violente. Raramente eccitato ritorna subito “guardingo e flemmatico”. Memoria prodigiosa.

E non manca un certo movimento, spostamenti, colpi di scena, sparatorie (perfino durante il processo) e un tourbillon di deduzioni e controdeduzioni. Per ultimo il  classico finale con riunione in salotto in semicerchio davanti al camino e spiegazione di Tolefree. E, naturalmente, l’arresto del colpevole. Un discreto malloppo di roba. Da leggere, come vi dicevo all’inizio, con la mente sveglia e riposata. Che c’è da prendersi un bel mal di testa.

 

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it