Da uno degli autori di lingua tedesca più apprezzati del momento un thriller mozzafiato, un’indagine serrata e acutissima dei risvolti più oscuri dell’animo umano. Un noir psicologico pluripremiato e magistralmente diretto, quadro efferato e sconvolgente dell’apparentemente idilliaca provincia europea. La dolcezza della vita di Paulus Hochgatterer

È una sera d’inverno. Tra qualche giorno sarà Natale. Katharina ha sei anni e sta giocando con il nonno. La casa è immersa nel bosco, appena fuori dalla strada principale di Furth, un piccolo paese sulle rive del lago incastrato nell’idilliaca cornice della Alpi austriache. Fuori è già buio, il termometro scende da diversi giorni di parecchi gradi sotto lo zero ma la casa è accogliente e calda. Improvvisamente qualcuno bussa alla porta. Il nonno sorride alla piccola, si alza per aprire ed esce di casa. Non vedendolo tornare la bambina si avventura nel bosco seguendo le orme di passi sconosciuti. Arriva alla rimessa vicino al fienile e lo vede. Vede un uomo sdraiato che fa l’aquila sulla neve con le braccia aperte come se fossero ali. Il riverbero della luna illumina la pozza di sangue in cui è riverso il corpo e i rigagnoli che dalla testa, come schiacciata, corrono sulla neve bianca. Da questo momento Katharina smetterà di parlare.

Hochgatterer costruisce, con la caleidoscopica abilità di una parola cesellata, una raffinata indagine psicologica, in cui il microcosmo di una piccola comunità di provincia si fa specchio delle più efferate e oscure passioni dell’uomo. Cosa succede quando in un piccolo paese di montagna, protetto da natura incontaminata e silenzio, un uomo anziano viene trovato con la testa sbriciolata sulla neve? «Il colpevole è tra di noi». È questo che si pensa. Tutti possono essere colpevoli. In paese ci si conosce, ci si guarda in faccia e si finge, si sa tutto degli altri. Il quadro che Hochgatterer ci rende della provincia è una sconvolgente indagine sociologica sul gusto più amaro della nostra società: xenofoba, omologata, chiusa in mura domestiche caratterizzate in troppi casi da una sorda violenza. Un’analisi sottile tagliente e puntuale dell’universo psicologico, dei crinali più oscuri e difficili dell’animo umano. Perché gli uomini si perdono? Cosa succede nella mente di una persona che non ha più un equilibrio e una collocazione nella realtà? Quante realtà esistono e quante verità sull’oggettività dei fatti? La formazione psichiatrica di Hochgatterer dona chiavi di lettura profondissime e di rara complessità sull’universo della follia umana, descritto in La dolcezza della vita, con cristallina perizia e eleganza. Alla costruzione della trama convergono, da questo incipit, diversi fili narrativi e l’intreccio noir si dipana attraverso la prospettiva di diversi personaggi tutti magistralmente caratterizzati. Lo psichiatra Raffael Horn, alter ego dello scrittore, che conosce e combatte le sottili fragilità umane, in fuga dai fasti di Vienna con la moglie violoncellista, il commissario Kovacs che riesce a sentirsi a casa solo nell’unica e brutalmente osteggiata cucina maghrebina della provincia, Bauer il sacerdote che ascolta musica d’autore e crede che a parlare in lui sia la voce di Dio, Daniel Gasselik adolescente borderline, violento e disperato, cresciuto nell’indifferenza di una famiglia muta e sorda a ogni forma d’amore. L’apicoltore Joachim Fux e la fragilità di una vita strappata ogni giorno alla paura di non farcela, Heidemarie la giovane studentessa che ascolta musica classica nella solitudine muta ed elegante della grande casa di famiglia in cui nessuno parla, in cui nessuno sa nulla del proprio universo privato. Hochgatterer rende con forza esemplare l’universo, la voce e il ritmo dei pensieri più intimi di un ensamble sfaccettato di personaggi complessi. Ma non sono mai voci di un coro. Sono tutte voci soliste. Prime voci. Chi è il colpevole? Ma, molto più importante, come si può rimanere innocenti? Chi sono gli innocenti della società? Il ritmo de La dolcezza della vita, pluripremiato noir vincitore del Deutscher Krimi Preis 2006 e candidato al Deutscher Bücherpreis 2006 come miglior romanzo dell’anno, è un’escalation di colpi di scena e passaggi che lasciano il lettore senza fiato, tesi sul tendine di una narrazione d’eccezione.

AUTORE

PAULUS HOCHGATTERER è nato nel 1961; vive a Vienna dividendosi tra l’attività di scrittore e di psichiatra. È autore di molti romanzi e raccolte di racconti. Nel 1998 ha ricevuto il Jugendbuchpreis per il romanzo Wilwasser, nel 2000 l’Österreichischer Jugendbuchpreis per il romanzo Caretta Caretta, nel 2001 riceve l’Elias Canetti Stipendium. Questo è il suo primo romanzo tradotto in italiano.

La dolcezza della vita

Titolo originale: Die Süße des Lebens

di PAULUS HOCHGATTERER

Giulio Perrone Editore

I edizione: 5 dicembre 2007

€ 15 - pp. 264

ISBN 978-88-6004-111-1