Ve l’ho già detto mille volte che il parto mostruoso del libro si porta dietro altri parti altrettanto mostruosi. Le interviste, le recensioni, i ringraziamenti, le presentazioni in pubblico. Non vanno dimenticati neppure i commenti in copertina. Di solito in prima e in quarta. Un piccolo suggello alla bestialità stessa del libro. Se si tratta di una autrice di un giallo classico essa sarà senz’altro L’Agatha Christie italiana o straniera. Non c’è dubbio. Se l’investigatrice di turno è una vecchietta arzilla allora trattasi di una Miss Marple reincarnata. Non si scappa. Se l’autore è un maschietto si può scegliere tranquillamente tra un Maigret, un Simenon, un Conan Doyle, un Nero Wolfe e così via. Se poi non ci si vuole cimentare in paragoni più o meno pericolosi allora trattasi di un “talento indiscutibile”, di un “nuovo caso editoriale”, di una “penna trascinante”, di un nuovo Re o una nuova Regina. Sempre del giallo inteso in senso generale. Tralasciando da parte il talento, che oggi conta fino ad un certo punto, spesso si va sul sodo. L’autrice o l’autore sono quella/o più venduti al mondo. Milionate di copie, milionate di incassi. Basta e avanza. Altrimenti si passa al religioso. Un vero e proprio miracolo. Mancano solo le stimmate. A volte una promessa “Lo leggerete tutto d’un fiato” che sembra quasi una minaccia. Con quello che costano i libri fammelo finire anche alla svelta. Non mancano i mezzi drastici. Riporto pari pari: “Lasciate perdere Mary Higgins Clark e compagnia…al suo sesto thriller Carlene Thompson si annuncia ormai come uno dei nuovi maestri del brivido”. Alla faccia di Mary Higgings Clark, della modestia e dell’educazione.

 

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