Quando vedo o vengo a sapere di un libro che parla di scacchi non me lo lascio scappare. Anche se fosse la ciofeca più ciofeca di questo mondo. E quindi appena ho scoperto in internet dell’esistenza di Zugzwang mossa obbligata di Ronan Bennett, Ponte alle Grazie 2007, l’ho richiesto attraverso la libreria specializzata “Le Due Torri” di Bologna e me lo sono fatto spedire.

“La Rivoluzione è alle porte: San Pietroburgo è una città vitale e travolgente, centro nevralgico di una nazione in bilico sull’orlo di un cambiamento epocale. Qui la cavalleria prova a ricacciare indietro lo spettro del comunismo; l’antisemitismo mostra il suo volto più scellerato; lo zar è l’ago di una bilancia impazzita e un grande torneo di scacchi sta per iniziare: In un giorno di marzo, Gul’ko, rispettabile direttore di giornale, viene assassinato. Cinque giorni dopo il dottor Otto Spethmann, famoso psicanalista freudiano, riceve la visita della polizia. La città è una ragnatela inestricabile di complotti in cui paiono coinvolti tutti: la sua adorata e ribelle figlia; un campione di scacchi in crisi; un virtuoso del violino donnaiolo e spendaccione; una signora dell’alta società tormentata da un incubo ricorrente. Spethmann è molto preoccupato e cerca, armato di una conoscenza profonda dell’animo umano e dei suoi istinti più nascosti, di dipanare il filo oscuro delle relazioni, di comprendere i movimenti che spingono all’azione. Sulla sua scacchiera, disputa una partita reale e una simbolica nel tentativo di organizzare e non farsi travolgere dalle strepitose forze -politiche, storiche ed erotiche- che turbinano intorno a lui”.

Dopo un inizio abbastanza interessante poi il romanzo si dimostra per quello che è: un rimpasto raffazzonato di spy-story, di macchinazioni politiche, di amore e sesso, tirato spesso via anche in modo brusco sia dal punto di vista espressivo che della concretezza della trama, con gli scacchi che poi c’entrano e non c’entrano e sembrano tirati in mezzo a forza. Di bello c’è (anzi ci sarebbe se fosse stato sfruttato) il grande torneo di San Pietroburgo del 1914 che vide radunati i migliori giocatori dell’epoca come Lasker, Capablanca e Rubinstein impersonato qui dal povero Rozental tenuto in cura da Spethmann e la partita tra Spethmann-Kopelzon che ricalca la King-Sokolov giocata in Svizzera nel 2000. Ma basta una raccolta di partite decente per rivederla. E si risparmiano i soldi del libro.

 

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it