Ho tra le mani Crimini e misteri per la stanza da bagno di M.Diane Vogt, Editore Newton Compton 2006, un libretto di poco più di duecento pagine con una splendida copertina rossa che aveva attirato la mia attenzione sugli scaffali di una, indovinate un po’? Di una delle solite librerie di Siena. Ormai lo sanno anche i sassi. Il fatto è che sono come il toro. Se vedo rosso mi ci butto a capofitto. E qui mi ci sono buttato. Dato che oggi mi sento piuttosto pigro (d’altra parte sono proprio del Toro…) riporto pari pari la presentazione “Entrare nella stanza da bagno non è mai stato pericoloso! Se pensate di avere le qualità per essere un detective sulla scena del delitto, allora consideratevi assunti! La malavita commette un crimine dopo l’altro cercando di farla franca, e solo la vostra acuta logica e l’occhio allenato a cogliere dettagli sospetti possono fermarla. Come investigatore capo, dovete trovare la risposta giusta alla domanda che vi viene posta al termine di ciascuno dei sessantacinque racconti gialli presentati. Sbirciate da sopra le spalle del medico legale mentre sta eseguendo un’autopsia, ascoltate con attenzione la testimonianza di un esperto della scientifica, valutate tutti i particolari rilevanti, fino ad acquisire la certezza di poter risolvere l’enigma. Ogni caso metterà alla prova la vostra conoscenza dell’esame del DNA, del modo di identificare un sospetto, della patologia forense, della tossicologia e molto altro. Se siete davvero abili, arresterete il colpevole prima che entri in funzione lo scarico!”.
Insomma una prova, un giochetto per passare con divertimento un po’ di tempo. Questa volta non restiamo lì come barbagianni a seguire i ragionamenti più o meno geniali (o anche astrusi) dell’Holmes di turno, ma siamo noi stessi a doverli fare. Un giochetto, dicevo. Ma mica tanto. E mica sempre allegro. Perché dopo un po’ che hai cominciato la prova con il sorriso sulle labbra, se non riesci a risolvere questi dannati test ti ci incavoli di brutto e il sorriso diventa una piega amara da incazzatura vera. Allora ti mordi le labbra, incominci a sbuffare e se sei un toscanaccio come il sottoscritto tiri fuori anche qualche imprecazione indecente. Ne volete un paio di esempi? No, non delle imprecazioni. Non fate gli spiritosi. Seguitemi pure.
Prendiamo a caso il test numero due “Buoni vicini”. Qui abbiamo Edna Mae Wittkop di settanta anni che vive nella fredda penisola del Michigan. Sta preparando un profumato sformato di zucca al suo vicino Harry Timmons che le ha liberato dalla neve il viale di accesso alla sua casa. Appena pronto si prepara ad uscire, si copre bene, si mette gli stivali, si sistema gli occhiali e va a portarglielo. Ma quando entra in casa del vicino vede un uomo inginocchiato accanto al corpo immobile di Harry. Che scappa (non il morto!) dalla porta della cucina. L’uomo è stato aggredito e lo sceriffo chiede ad Edna la descrizione dell’aggressore ma lei non è in grado di dargliela. Perché?
Passiamo ad un altro esempio. Theresa e Emelda stanno facendo le pulizie nella casa della signora Fernandez. La quale ha detto che Chad (che ha ucciso un uomo e scontata la pena) verrà a pulire
la piscina. Secondo Emelda Theresa ha un rapporto troppo stretto con il marito della padrona. Ha paura, se venisse scoperta, di perdere il lavoro. Poiché Chad non arriva, Theresa si propone di aspettarlo mentre l’altra va avanti a lavorare nelle case successive. Alla terza casa Emenda, preoccupata, telefona all’amica alle 15,15 ma risponde solo la segreteria telefonica. Sappiamo poi che
la signora Fernandez fa ritorno alla sua casa alle 18,00. e vede il corpo di Theresa che galleggia nella piscina. La polizia trova nelle tasche della morta le chiavi di casa, il telefono cellulare fuori uso e un portamonete vuoto. Scoperto Chad viene portato al commissariato dove spiega di essere arrivato alle 15,00, di avere visto il corpo di Theresa e di essere fuggito temendo l’accusa di omicidio. Si tratta di una disgrazia o di un omicidio?
Non c’è due senza tre.
La vecchia Louise esce a fatica dall’auto, vede il suo vicino di novanta anni che cammina sul marciapiede allontanandosi dalla casa di lei. Lo chiama ma non risponde. Entra in casa e trova un capello bianco sul tappeto verde e un altro nel lavello della cucina. Arrivata nella camera da letto ecco la brutta sorpresa. E’ tutta buttata all’aria e lo sportello della cassaforte aperto. Anche qui trova un ciuffo di capelli bianchi. La polizia esamina uno di questi capelli al microscopio scoprendo sulla cuticola un disegno a scaglie triangolari. Chi può avere rubato nella casa di Louise?
E qui mi fermo che già mi fuma il cervello (meglio lettore che ispettore!). Se ne avete voglia acquistate il libro e andate avanti da voi.
Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it
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