Com’è noto Sir Arthur Conan Doyle visse una vita estremamente intensa, e fu uno scrittore capace di esprimersi in una grande varietà di generi letterari. Medico imbarcato sulle baleniere, scrittore per mancanza di pazienti e poi autore di successo, uomo politico mancato e viaggiatore instancabile, raggiunse il successo creando la figura di Sherlock Holmes, ma la sua bibliografia, oltre alle detective story è ricca di romanzi storici, da lui considerati il meglio della sua produzione, e di romanzi scientifici (universalmente considerati i romanzi a lui meno riusciti), oltre ad una serie di scritti di carattere politico, che influirono molto nella storia dell’Inghilterra.
Educato in scuole cattoliche, nel corso della sua vita si convertì allo spiritismo, e nell’ultima parte della sua vita fu vittima di uno dei più clamorosi raggiri dei primi anni del ‘900, allorché nel luglio 1917 due ragazzine di Cottingley, Frances Griffiths and Elsie Wright, si fotografarono vicendevolmente, circondate da figurine di fate e gnomi, alcune delle quali ritagliate da volumi contenenti scritti dello stesso Arthur Conan Doyle (il Princess Mary Gift Book). Lo scrittore scrisse in tal proposito un articolo sullo Strand Magazine, la stessa rivista che pubblicò la maggior parte dei racconti che vedono come protagonista Sherlock Holmes, e un romanzo intitolato Il ritorno delle fate.
Questa lunga premessa è necessaria per introdurre il lettore all’analisi di una importante scoperta effettuata dai membri dell’associazione Uno studio in Holmes, appassionati studiosi del “Canone” di Sherlock Holmes e di tutto ciò che riguarda il grande scrittore scozzese. Si tratta di due manoscritti autografi, ritrovati presso uno studio bibliografico americano, i quali riportano appunti ed impressioni di Conan Doyle nel corso di un suo viaggio a Roma. Non ci è dato sapere quando questi testi siano stati scritti, in quanto i manoscritti non sono né firmati né datati. Potremmo ipotizzare che siano stati scritti nel 1907, dato che nel corso di quell’anno Doyle si avvicinò allo spiritismo ed effettuò un viaggio con la moglie anche attraverso l’Italia (del quale rimangono anche testimonianze fotografiche importantissime), ma a mio avviso appare più probabile che si tratti di un viaggio effettuato successivamente.
Il primo, intitolato “Impressions in Rome”, riporta sostanzialmente un elenco di luoghi visitati.
Questo il testo originale:
The severe inside of the Church of St. Maria Maggiore. The ceiling of the church gilded by the first gold which came from the New World. St. John Lateran which was the Pope’s residence before St. Peters. The Turkish.taken at Lepants. The palace of Lucrezia Borgia, now a slum. The Church of St. Clement standing upon an older church which stands upon a Temple of Miltira. The Holy Stairs & people crawling upon their knees. The ‘crazy’ German who went up on his feet. The dungeons, oil room & corn room of Hadrian’s Mole. The Lascoon & Apollo Belvidere, one day out from the Golden House of Nero - the other at Ostia. The rooms of Pope Borgia with pictures of Lucrezia as the virgin and of Julia Farnese. The Swiss Guards. The use of stercoraria in early Christian inscriptions."
Il secondo, ben più clamoroso, intitolato “Christian Rome” riporta delle impressioni ben poco lusinghiere nei confronti della Roma cattolica, addirittura inusuali per l’”uomo pubblico” Conan Doyle”, ma forse comprensibili se si rileva il carattere assolutamente riservato dei manoscritti.
Questo il testo:
When one goes over the monuments of Christian Rome, those tumble down grotesque churches which seem as mouldy and impossible as the scheme of things they represent, one feels that like the Iconoclasts of old that the best service to the Human Race would be their absolute destruction. One stands appalled before the bogus miracles, impudently false relics, the huge absurdity of it all, the human degradation of the toe-kissings and the stair climbings, the dreadful types both of priests and people, the leaders and the led. Stand in the shade in a busy street and watch those ecclesiastical types, the lean vultures, the fat frogs, the young thin and hungry, the old obese & sensual – compare them with the faces of antiquity as we see them in marble, and ask if this represents progress. Progress! How could progress come from a superstition as gross as ever set mankind grovelling. You flush with anger when you see Peter’s image upon the pillar where once the glorious Trojan stood above the record of his own triumphs. Yet fall back on our first principles. God can do no wrong. God has ordered it thus. For these minds & souls just such a thick gross prop is needful. Pray what would you do if you levelled it all to the ground. You would be healing the symptom & leaving the disease. It would rise again in answer to their wants but more squalid and less artistic than now. It is some sort of a ladder up which the Race has once climbed and if some of us have outclimbed it shall we kick it down behind us. Leave it to God, to the Power which plans and does. It will either cleanse itself and rise to better things, or it will vanish in putrification.
E’ difficile a prima vista comprendere una così grande ostilità nei confronti della Chiesa cattolica se non si tiene conto di alcuni aspetti. Innanzitutto una analisi dei manoscritti: hanno carattere assolutamente riservato. Esperti studiosi della calligrafia di Conan Doyle hanno rilevato come essi siano stati presi in maniera affrettata, su un taccuino, successivamente strappati dal medesimo. Le parole appaiono distanziate l’una dall’altra, un po’ come se fossero state scritte nel corso di un viaggio. Nessun dubbio esiste infine sull’originalità dei manoscritti.
Nel corso della sua vita Conan Doyle si convinse sempre di più che lo spiritismo fosse l’unica verità, da contrapporre alla menzogna assoluta rappresentata dalla religione. La sua ostilità nei confronti della religione cattolica è spiegabile, come già si è rilevato prima, dalle scuole da lui frequentate in gioventù. Bisogna rilevare poi come lo stesso padre John Altamont Doyle, nell’ultima parte della sua vita, fosse uno spiritista convinto. La passione per lo spiritismo si instillò sempre più nella mente di Conan Doyle dopo la morte di un figlio, e gli fu di grande conforto entrare in contatto con medium, nella speranza di un illusorio contatto con lo scomparso congiunto.
Di qui l’ostilità dello scrittore nei confronti della Chiesa cattolica e di conseguenza gli sprezzanti ed ingiusti giudizi espressi nel corso del viaggio.
Una celebre vignetta pubblicata nel 1926 dalla rivista satirica Punch ritrae Arthur Conan Doyle incatenato al personaggio da lui creato che gli ha conferito il successo letterario, Sherlock Holmes, e ironicamente biasima il fatto che, nonostante l’autore abbia creato il la figura simbolo del razionalismo puro, egli stesso sia stato preda, in età senile, di una così grande attrazione per lo spiritismo. Noi appassionati lettori del Canone Holmesiano non possiamo che tirare un sospiro di sollievo nel sapere che in nessuno dei racconti di Sherlock Holmes lo spiritismo non trovi il minimo credito!
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