“Memento mortuorum”, ricordati dei morti. Il misterioso assassino che terrorizza Parigi, uccide le sue vittime, e incide sul loro corpo queste misteriose parole con un bisturi, beffando il commissario Alain Brochard e il suo collega italiano Matteo Donogan, che per uno scherzo del destino si trova a dargli una mano. Il poliziotto nostrano, ex fuoriclasse della questura di Torino, dopo la pensione fa l'investigatore privato e finisce sotto la Tour Eiffel sulle tracce di una banda di trafficanti di opere d'arte.
Sembrano questi gli ingredienti di Diffidate degli Angeli, il Noir di Giacomo Wannenes pubblicato da Erga Editori nella nuova collana “Le Storie Nere dell'Antiquario”. Ma sarebbe troppo facile.
Primo perché il genere non lo permetterebbe, in secondo luogo perché l'autore non è esattamente un pivello, e su come si costruisce una storia mozzafiato e ricca di riferimenti alla realtà ha già dimostrato di saperla lunga. Al punto che col suo primo romanzo (“Vanity Art”, pubblicato in Francia nel 2000 con lo pseudonimo di Salvatore Walker, Ramsay Editore) ha messo sottosopra per mesi il mondo dell'arte e dell'antiquariato, denunciando - attraverso una ben congegnata storia gialla - le frodi di restauratori, antiquari e case d'aste e scomodando testate prestigiose come Libération, Le Monde, Le Figaro, Le Canard Enchainé, Paris Match, The Times, Herald Tribune e diverse altre, che hanno parlato di “libro choc” e di vero e proprio “scandalo”.
Wannenes, sa quello che dice: 74 anni, genovese, ha scritto importanti monografie sull'arte tradotte in francese e in inglese, ma quel che più conta è che - nato in una famiglia di antiquari di antiche tradizioni - ha fatto fin da giovanissimo il restauratore, l'antiquario tra l'Italia e la Francia, frequenta le più importanti Mostre d'Arte del mondo ed è conosciuto a livello internazionale. Nel suo ambiente si muove come un pesce nell'acqua e nei suoi libri descrive quello che vede e che sa da sempre: come si fa a tirare bidoni milionari a ricchi polli ansiosi di esporre nelle loro ville croste da pochi euro credendoli capolavori. Oppure mobili rifatti in stile spacciandoli per originali. Wannenes sa, vede e denuncia.
Il metodo scelto è quello del romanzo poliziesco, e dopo il successo del francese “Vanity Art” (attualmente bloccato dalla magistratura francese: non appena la vertenza legale sarà risolta il volume uscirà in Italia nella collana della Erga) l'antiquario col dono della scrittura ci riprova con “Diffidate degli Angeli”.
In 320 pagine che si leggono d'un fiato, il traffico d'arte - che è la scusa per imbastire la storia - si intreccia con una complicata ma scorrevole vicenda in cui si affacciano non solo il serial killer, ma anche terroristi internazionali che organizzano un attentato planetario; un gruppo di studenti, intellettuali e presunti tali che bivaccano nei locali lungo Boulevard Montparnasse; giornalisti disonesti e critici che pagano duramente la loro onestà professionale e, naturalmente anche una pletora di falsari, antiquari, restauratori e lacché in combutta per truffare clienti creduloni. Ma non mancano gli onesti, nella perenne lotta del bene contro il male.
Il libro si apre con un'intervista all'autore, che racconta le sue esperienze in presa diretta, ed è completata da una sorta di “guida” ai trucchi dei falsari, che spiega come riconoscere le tracce - sui mobili e sulle opere d'arte - degli interventi più comuni dei restauratori che ormai “invecchiano” qualunque cosa.
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