Ultimamente faccio incetta di gialli, anzi di “rossi” a dir la verità. Per essere più precisi di gialli con la copertina rossa. Quelli della Polillo editore che rispolvera romanzi polizieschi dell’età d’oro del mystery tra il 1920 e il 1940 dando spazio ad autori noti e meno noti. Mi è capitato tra le mani I due ciechi di Baynard Kendrick dove si trova la figura del capitano Duncan Maclain, un investigatore cieco. Sì, avete capito bene. Non ci vede. Da più di venti anni. Cieco e solo. Nel senso che non si è sposato. Vive con un cane femmina di nome Schnucke e con il servitore Cappo. Un bel personaggio dal fisico robusto e dal passo scattante, capelli neri e crespi. Un po’ malinconico da quando ha perso il suo migliore amico nell’attacco giapponese a Pearl Harbor. E anche metereopatico dato che cambia umore secondo il tempo. Una personalità magnetica, capace di controllare ogni muscolo. Abile con le mani “Sybilla rimase affascinata quando lui prese da un cassetto un puzzle di cinquanta pezzi e lo posè sulla scrivania. Le dita affusolate del capitano si muovevano più velocemente dello sguardo di lei, tastando e scartando i vari pezzi”. La ricompensa per un uomo che non può vedere sono le semplici cose della vita “E il pericolo. La sfida. L’incessante battaglia combattuta col cervello contro uomini in possesso di occhi perfettamente funzionanti. E la vittoria. Ogni tanto si arrabbia ma gli passa subito ”. Gli piace il caffè e fuma il sigaro. A pagina 52 tira fuori una serie di deduzioni per spiegare perché il sig. Courtney ha un braccio rotto o slegato.”Io non ci vedo ma tutti gli altri sensi sono stati costretti a lavorare il doppio. Lei ha tirato fuori dal cappotto solo un braccio quando la signorina Sprague l’ha aiutato a sfilarselo nell’ingresso. Il suo passo era irregolare quando è entrato qui dentro-indicazione infallibile di una contrazione muscolare, anche nei casi in cui la lesione è a una spalla o a un braccio. Poi si è voltato di lato per darmi una man, un movimento istintivo allo scopo di proteggere il braccio infortunato. Infine c’è la questione dei dolori, signor Courteney. Le sue bende hanno un odore ben preciso. Quanto all’udito, il rumore della seta che sfregava contro il tessuto di lana del suo abito, ogni volta che lei si muoveva, era un altro chiaro indizio, e gli uomini di solito non portano camicia di seta”. Un altro “figlio” di Sherlock Holmes?
P.S.
A un certo punto (pagine 134 e seguenti) si serve di alcuni pezzi degli scacchi, mi pare la Regina, il Cavallo e l’Alfiere (che vengono chiamati barbaramente “pedine”!) per spiegare l’andamento di alcuni delitti. Ricordo ai lettori che, oltre ad essere un appassionato di letteratura poliziesca, lo sono altrettanto per tutto ciò che concerne gli scacchi.
Mio sito www.libridiscacchi.135.it. Cliccando su “Libri allo specchio” si possono leggere e scaricare alcune brevi parti dei miei libri “gialli” e anche “Tra il giallo e il Cavallo”, un colloquio (spero piacevole) tra il mio Alter Ego e il sottoscritto sulle due citate passioni. Aggiungo poi, e vorrei sottolinearlo, di non considerarmi un vero e proprio “giallista” ma solo uno che si diverte a scrivere sfruttando la struttura del giallo. Tanto per esser chiari.
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