Sherlock Holmes non teneva alla considerazione del pubblico. Spesso preferiva lasciare agli attoniti ispettori di Scotland Yard il merito di aver risolto un caso, consapevole dell’importanza, per quei poveri malpagati funzionari, di far bella figura con i superiori: cosa che tenne sempre alta la sua popolarità tra i poliziotti (SIXN).
Anche per quanto riguarda le onorificenze ufficiali, Holmes non dette mai loro grande importanza (BRUC). Ad una Legion d’Onore attribuitagli nel 1894, insieme ad una lettera autografa di ringraziamento del Presidente francese (GOLD), fa da contraltare un titolo di baronetto rifiutato da lui (3GAR). Da notare che quello stesso anno, e probabilmente in seguito al rifiuto di Holmes, l’onorificenza fu assegnata invece ad Arthur Conan Doyle, amico di Watson, e forse suo agente letterario, per i suoi reportage della guerra boera. Conan Doyle, tra l’altro, era stato insignito qualche anno prima del titolo di Cavaliere della Corona d’Italia. Holmes fu sempre invece estremamente sensibile ai complimenti e alla considerazione degli amici (SIXN) e non disdegnò un udienza privata della Regina Vittoria, che intese ringraziarlo dei suoi servigi con una spilla di diamanti (BRUC). Fu invece estremamente riservato e molto poco sensibile agli inviti mondani, che riteneva “sgraditissimi” perché “impongono a un individuo o di annoiarsi a morte o di mentire!” (NOBL) Per commentare l’atteggiamento del detective, Watson citò Orazio: “Popolus me sibilat, at mihi plaudo/ipse domi, simul ac nummos contemplor in arca” (STUD).
Per conoscere tutti i dettagli del canone e tutte le voci relative ai particolari di Sherlock Holmes ricordiamo il volume enciclopedico Il Diciottesimo Scalino (http://www.delosstore.it/delosbooks/scheda.php?id=58)
da cui è tratta anche questa voce.
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