Poco dopo arrivò il padrone di casa e facemmo anche la conoscenza della signora Anna e della figlia Denise. La signora era una donna di notevole bellezza, con lunghi capelli biondi e occhi scuri. La ragazza, invece, era abbastanza alta, con corti capelli castani e una espressione da bambina.Il signor Philipson offrì, a me e al mio compagno, di rimanere a cena. Ma Holmes rifiutò con molta gentilezza, dicendo che doveva studiare i libri che aveva appena preso.Le strade di quelle zone del Sussex non sono certo molto illuminate e quella sera ero davvero felice di avere accanto il mio amico.Dopo essere rientrati in casa, Holmes mi chiese di arrangiarmi per la cena, perché lui voleva leggere i tre volumi presi dalla biblioteca.– Come mai le interessano tanto quei libri?
– Credo contengano la chiave di questa strana storia. La lettura mi terrà impegnato per tutta la notte. Le sarò infinitamente grato se non mi disturberà. Buonanotte.
Terminata la mia risicata cena, mi diressi verso il letto, dal quale vedevo la sottile figura del mio amico, intento a sfogliare i vecchi libricini.
Erano quasi le otto quando riaprii gli occhi, e la prima cosa che feci fu quella di andare a vedere il mio amico. A prima vista era addormentato, così cercai di spostargli il libro dalla mano, per farlo dormire meglio.
– Sono ancora sveglio, Watson, – disse facendomi sobbalzare – quindi potrebbe anche togliere la mano e farmi finire la mia interessante lettura.
– Questa è la seconda volta che mi spaventa. Poteva dirmelo prima. – Mi sedetti su una sedia e gli chiesi incuriosito: – Allora, ha trovato qualcosa?
– Sì, giusto qualcosa. Il buon Buddy non aveva lasciato solo la casa e il cappello.
– E cos’altro.
– Usi un po’ di fantasia. Era un cercatore d’oro, faccia due più due – e si iniziò a vestire.
– Andiamo alla villa?
La risposta del mio amico fu interrotta da dei forti tonfi alla porta. La persona che stava bussando con tanta insistenza era il maggiordomo Wilson.
– Il signore ha avuto un incidente questa mattina, e visto che lei è un medico, speravo potesse venire a controllare.
– Certamente, – gli risposi – mi dia il tempo di vestirmi.
Quando arrivammo alla villa, il signor Philipson era circondato da tutti i famigliari, comprese la moglie e la deliziosa figlia.
A quanto ci raccontò, lui stava bene, solo che dopo essersi svegliato era scivolato dalle scale.
– Davvero, sto benissimo, dottor Watson. E’ stato molto gentile a preoccuparsi, ma non è nulla.
Holmes, che fino a quel momento era stato in silenzio, rivolse una domanda all’uomo: – Come è caduto?–
– Probabilmente sarò inciampato nella mia vestaglia, non lo so.
Holmes si diresse subito sulla cima delle scale e controllò tutti gli scalini, poi si riavvicinò a noi.
– Devo andare a controllare delle cose in città. Lei, Watson, faccia quello che vuole, ma la aspetto a casa all’ora di pranzo – e così dicendo se ne andò.
Non sapevo cosa dire, ma non volevo certo rimanere in quella situazione imbarazzante, così con una scusa me ne tornai a casa.
All’una precisa, il mio amico rientrò in casa estremamente soddisfatto, ma non poté dirmi nulla, perché ancora una volta si sentirono dei sonori colpi alla porta.
– Sono un agente di polizia. Signor Holmes, lei conosceva Peter Brown?–.
– Sì, è un simpatico vecchietto vagabondo. Qualche volta l’ho anche ospitato, perché?–.
– Pochi minuti fa è morto, e ha pronunciato il suo nome prima di andarsene.
– Perché lo avrà fatto?– si chiese perplesso il detective. – Mi porti da lui.
La carrozza ci portò in un piccolo parco dove, su una panchina, era disteso il corpo senza vita di un anziano signore.
– Come è morto?– chiesi.
– Probabilmente un colpo al cuore, – rispose l’agente – era molto anziano.
– Non quanto si possa pensare, – intervenne Holmes –ha notato il forellino vicino all’orecchio?
– Una puntura di insetto.
– Non credo proprio, non si può fare un’autopsia?
– Se ci mettessimo a farla a tutte le persone che muoiono, ci vorrebbero anni. Succede spesso che muoiano, un po’ per il caldo, qualche bicchierino di troppo, incidenti.
– Chi ha scoperto il corpo e ha sentito il mio nome?
– Io! Stavo passando da queste parti e l’ho visto cadere per terra.
Ma Holmes non lo stava più ad ascoltare, perché si era buttato per terra a raccogliere un piccolo ago.
– Buongiorno – disse improvvisamente. – Io e il dottore ce ne andiamo, date degna sepoltura a questo degno uomo.
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