Il rapporto di Holmes con il denaro ha spesso fatto emergere qualche perplessità tra gli studiosi.

All’inizio della sua carriera, ai tempi dell’incontro con Watson, Holmes non aveva il becco di un quattrino, al punto da trovare troppo caro l’appartamento di Baker Street (che pure era considerato conveniente, STUD) e cercare un coinquilino. Più tardi invece, pagò “come un principe” (DYIN) per quell’appartamento, senza contare il cottage in Sussex dove si ritirò alla fine, senza godere ovviamente di alcuna forma di pensione. D’altra parte non sembra, nelle storie raccontate da Watson, che l’investigatore potesse fare fortuna col suo lavoro. Se è vero che ricevette a volte somme di denaro piuttosto cospicue (BERY, PRIO) o gioielli (BLUE, BRUC, IDEN, SCAN, SIXN) e che lavorò per i governi di alcuni paesi europei (Boemia, Francia, Olanda, Scandinavia, Turchia: BLAN, IDEN, NAVA, NOBL, SCAN) e per il Papa (BLAC, HOUN), oltre che per il governo britannico o per i suoi esponenti (BRUC, GREE, LAST, NAVA, NOBL, PRIO, SECO), è altrettanto vero che la maggior parte dei clienti erano persone di umile ceto, e che spesso rifiutava ogni compenso. Spesso lavorava “per l’arte” (SPEC), era generoso (in 3GAB decise di devolvere il suo compenso alla madre di Douglas Maberley, un suo conoscente, morto poco tempo prima) e solo raramente si lasciò scappare qualche battuta in cui sembrava desideroso di denaro, probabilmente per scherzo (PRIO, 3GAR). In SCAN Holmes ricevette dal Re di Boemia 1000 sterline per le spese, poi rifiutò ogni compenso se non la fotografia della Adler, ma in IDEN scopriamo che il Re comunque gli mandò un gioiello; in BERY prese 1000 sterline, in PRIO assai di più. Ed è pur vero che sono moltissimi i casi non narrati, nei quali potrebbe aver guadagnato.

Ad ogni modo, pur considerando le spese limitate che un uomo così frugale aveva per sé (a parte la cocaina) resta sempre il fatto che durante le avventure prendeva treni, pagava mance, affittava carrozze, andava al ristorante e al teatro. E alla fine della sua carriera si permise di compiere il generoso gesto di far rilevare lo studio di Watson da un parente, ad un prezzo superiore al suo valore, senza comparire (NORW).

J. B. Wodehouse, partendo da questi dati, ha elaborato una teoria agghiacciante e che gli perdoniamo solo perché era uno scrittore umorista: Holmes sarebbe stato in realtà un criminale, e viveva di  proventi illeciti, usando il ruolo di investigatore come copertura. A noi pare invece del tutto evidente che abbia ricevuto una cospicua eredità, dopo l’incontro con Watson, e l’abbia sapientemente investita.

Per conoscere tutti i dettagli del canone e tutte le voci relative ai particoli di Sherlock Holmes ricordiamo il volume enciclopedico Il Diciottesimo Scalino da cui è tratta anche questa voce.