B...ricchi di suspense e colpi di scena...brIl ritorno del romanzo feuilleton/B

ELEMENTARE, VERNE

E così ne è nato un altro. Un altro detective improbabile: Jules Verne. E' diventato protagonista di un giallo-thriller. Povero, sempre in affanno per consegnare l'ultima commedia, ancora ben lontano dalla fama che gli porteranno capolavori come Ventimila leghe sotto i mari e Il giro del mondo in 80 giorni, il giovane scrittore si trova invischiato dall'amico giornalista in una vicenda, come si diceva un tempo, ricca di suspense e colpi di scena. A far passare lo scrittore dall'altra parte della barricata è Guillaume Prévost con Jules Verne e il mistero della camera oscura (tr.it S. Leo e E. Musso, Sellerio, 11 euro). In una miscela di cliché, proprio quelli che uno si aspetta, ci si trova lanciati nella nuova Parigi disegnata da Haussmann, in mezzo a medium e spiritisti in stile Blavatsky, congegni meccanici che ricordano il Nautilus, esperti di mesmerismo e pionieri del magnetismo, fino al cuore del mistero incominciato con un omicidio davvero insolito. E da lì il giovane Verne scoprirà che tutte queste meraviglie possono far nascere un nuovo tipo di avventure.

WU MING LITTORIO

Nel 1929 dieci scrittori italiani crearono il prototipo di Wu Ming. Si diedero il nome di "il Gruppo dei Dieci". Il boss era Filippo Tommaso Marinetti, padre del futurismo. Scrissero un romanzo di fantapolitica dal titolo Lo zar non è morto, sottotitolo: Grande romanzo d'avventure. Ora viene ripubblicato dopo mezzo secolo di inspiegabile scomparsa da Sironi (17). I Dieci immaginarono che lo Zar Nicola II Romanov fosse sopravvissuto alla furia bolscevica e fosse ricomparso in Manciuria. Da lì, l'intreccio internazionale con le superpotenze di allora impegnate a sfruttare questa formidabile occasione e L'Unione Sovietica impegnata a impedire l'emergere della verità. Spie, diplomatici, ufficiali, splendide donne misteriose e apolidi, fanciulle italiane finite in Cina per amore: Marinetti lancia la fantasia oltre l'ostacolo e gli altri gli volano dietro. Un'avvertenza però: è un "libro fascistissimo", visti gli autori e il periodo storico in cui è stato scritto. I buoni e gli eroi sono fascisti e fascista è l'intercalare e la propaganda di cui il libro e imbevuto. Un consiglio: fare finta che sia un espediente letterario, tanto in certi passaggi la grandeur mussoliniana provoca un irresistibile, seppur involontario, effetto comico.

DOTTOR BALSAMO E MISTER CAGLIOSTRO

Dalla Sicilia al cuore dell'Europa nella Francia pre e post-rivoluzionaria. Dai fasti delle corti alla solitudine dell'esilio. Da Versailles alla Bastiglia. Dalla venerazione alla caduta. Da Parigi alla rocca di San Leo. Un po' Rasputin, un po' Casanova, un po' principe di San Severo, un po' Paracelso. Alchimista, veggente, spiritista, sicuramente uomo dotato di un carisma non comune, grande buco nero nella storia del nostro paese. Due nomi, un solo mistero, forse un solo uomo, forse no: Giuseppe Balsamo alias oppure no il conte Alessandro di Cagliostro. Costantin Photiadès assembla sotto forma di romanzo, anzi sotto forma del racconto di un ipotetico biografo ossessionato dalla figura di quest'uomo misterioso Le vite del conte di Cagliostro (tr.it. A. Zanetello, Sellerio, 14). Per quanto amato o odiato, osannato o calunniato, chiamato santo guaritore o inguaribile ciarlatano, quest'uomo era ovunque si stesse facendo la storia. Lo fermò la Santa inquisizione. Chi ha mai visitato la rocca dove fu imprigionato (bellissime le pagine che riscostruiscono l'ultimo periodo) non può fare a meno di chiedersi: perché era così temuto?

PETALI DI LONDRA

Il petalo cremisi e il bianco, tuttora il suo capolavoro, fece innamorare di Michel Faber migliaia di lettori nonostante la mole scoraggiante del volume. Londra fine Ottocento, rampolli della rivoluzione industriale, qualche personaggio dickensiano, decadenza vittoriana e soprattutto la prostituta Sugar. Per chi volesse ripercorrere quelle atmosfere, ecco Natale in Silver Street. Nuove storie del petalo cremisi (Einaudi, 9,80). Sono racconti brevi che aggiungono il prima e il dopo dei personaggi del primo libro.

CABALA

Si intitola Il cabalista (tr.it G. Giri e C. Proto, Barbera, 16,50). Lo ha scritto Dorit Ginzburg Silberman, israeliana, con la consulenza di un grande esperto della cabala che si nasconde dietro lo pseudonimo di Nathan Erez. Un manoscritto, per cominciare. Poi, un distratto e ingenuo esperto di ogni tipo di scrittura ebraica. Un istituto di studi ebraici dalla regole severissime disposto a pagare cifre enormi per la traduzione di quel manoscritto. Viaggi da Gerusalemme al resto del mondo per mettere insieme tutti i pezzi del mosaico. Omicidi. Incursioni nella storia delle infinite cadute di Gerusalemme, romani, babilonesi, cristiani, arabi. Digressioni nella cabala e nella sapienza rabbinica nella sua saggezza creatrice del mondo e nella sua avventatezza creatrice di Golem.