Questa volta presento assai velocemente, e i lettori mi perdoneranno, due classici indimenticabili riletti con passione. Ovvero…
L’enigma dell’Alfiere di S.S.Van Dine, Polillo 2024 e La signora scompare di Ethel Lina White, Polillo 2024.
Partiamo dal primo. Quando giallo e scacchi si intrecciano fra di loro vado in brodo di giuggiole essendo un appassionato di entrambi. Qui tutto ruota intorno alle filastrocche infantili di Mother Gosse ovvero Mamma Oca. Ad ogni filastrocca, siamo a New York degli anni Venti, un morto ammazzato. Perché questa messa in scena? Quale mente contorta si cela dietro questi omicidi? A ciò si aggiunga il fatto che il misterioso e miserabile assassino si firma con il nomignolo di Bishop, che in inglese significa sia Vescovo che Alfiere, uno dei pezzi del gioco degli scacchi. E diversi personaggi lo conoscono, soprattutto uno che ha inventato un gambetto (trattasi di un modo per iniziare la partita con il sacrificio di pedone) che porta il suo nome e affronta addirittura il mitico Rubinstein al celebre Manhattan Chess Club. Perdendo, naturalmente…
Non riuscendo a venirne a capo il procuratore distrettuale Markham chiederà l’aiuto dell’amico Philo Vance. E proprio il nostro aristocratico, colto, mellifluo, elegante, ricco, esteta raffinato, e chi più ne ha più ne metta, personaggio occuperà il centro della scena con l’ostentata cultura, i suoi modi da dandy, il vezzo del monocolo e le sigarette “Régie”. E sarà lui, con uno dei suoi trucchi ingegnosi, ad incastrare il genio criminale che ha messo in subbuglio e nel panico tutta quanta la città.
Passiamo ora a La signora scompare di Ethel Lina White, Polillo 2024.
Non la faccio lunga. Qui saremo di fronte ad un personaggio veramente straordinario nelle vesti della giovane inglese Iris Carr che sta rientrando in patria dopo una vacanza sul continente. Ma le cose non vanno tanto bene. Prima di salire in treno perde i sensi forse per un colpo di sole, poi si ritrova tra gente di cui non capisce la lingua per finire in uno scompartimento dove gli occupanti la guardano con diffidenza e in malo modo. Solo la signorina Froy, zitella di mezza età infagottata in un vestito di tweed, si mostra gentile e la copre di numerose, forse anche troppe attenzioni. Quando però Iris si risveglia da un sonnellino la suddetta signorina Froy è sparita. Non si trova da nessuna parte e nessuno, strano, assai strano, sembra ricordarsi di quella donna! Perché tutti stanno mentendo?…
Inizia così un incubo terribile per Iris, seguita con apprensione da noi stessi lettori, che si sente spaesata e confusa con una tensione sempre più crescente di pagina in pagina tanto da farle chiedere se si sia sognata tutto. Una storia talmente affascinante da indurre il famoso Hitchcock a tirarci fuori il suo omonimo film! Un classico del genere.
Certi capolavori vanno letti e riletti. Si può sempre scoprire qualcosa di nuovo.
E allora buona lettura e rilettura!
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