Buonvino e il circo insanguinato di Walter Veltroni, Marsilio Lucciole 2024.

Decido. Dopo Buonvino tra amore e morte mi becco anche questo del Walterone. D’altra parte avevo promosso il primo pur senza voti esaltanti. E poi la Marsilio Lucciole mi piace. Piccolo formato e giuste pagine sulle duecento. Perfetto per una lettura veloce.

Questa volta c’è di mezzo il circo. Siamo a Roma durante le feste di Natale. Il nostro commissario Buonvino è stato invitato alla prima rappresentazione nel Parco dei Daini. Conosce così i vari componenti della carovana che lasciano dentro di lui “una tensione, un’invisibile tensione”, come se non costituissero una vera squadra. La sera dello spettacolo è lì con la moglie Veronica, rimasta ferita nella storia precedente e da lui curata con amore, a godersi le varie evoluzioni. Durante il numero del trapezio il marito Alberto non riesce ad afferrare le gambe della moglie Manuelita, la giovane figlia del direttore, mentre effettua una rocambolesca acrobazia cadendo contro la parte più dura della rete di protezione e morendo sul colpo. Una terribile disgrazia? Una fatalità? Per Buonvino qualcosa non quadra…

E poi c’è la dichiarazione del pagliaccio Omar che getta un’ombra sulla falsa amicizia dei vari componenti il circo. E allora via ai colloqui con tutti i possibili personaggi dai quali emergono scontento e malumore, gelosie, rancori e odi che serpeggiano soprattutto nei confronti di Ercole, il direttore di scena. Tra l’altro Manuelita era triste e addolorata anche per la morte della madre Liliana avvenuta due mesi prima in un incidente automobilistico per niente chiaro. Chi avrebbe potuto trarre vantaggio dalla morte di Liliana e Manuelita? E poi Manuelita era davvero in stato interessante di un altro uomo secondo certe voci che circolano?…

La faccenda si complica ancor più con l’arrivo di un suicidio. Ma ora Buonvino ha capito e riunisce tutti nella pista della struttura. Ecco, ascoltiamolo. Per lui di mezzo l’”effetto Forer” ribattezzato “effetto Barnum”. Dunque l’assassino è…

Come la precedente storia anche questa è formata da una intensa indagine costellata di numerose citazioni di vario genere (scrittori, canzoni, cantanti, film e attori, suonatori di tromba, pianoforte, violino eccetera eccetera…) e da una analisi intima e delicata nel profondo che offre ampio spazio ai ricordi personali, alla commozione, alla nostalgia, al dolore e al pianto.

Buona lettura