Cucina in giallo di Giménez Bartlett, Malvaldi, Manzini, Piazzese, Recami, Robecchi, Savatteri e Tanzini, Sellerio 2023.
Appena letto il titolo visto e preso. Ma sì una bella mangiata contornata da morti ammazzati era quello che ci voleva per tirarmi un po’ su il morale in un momento non troppo propizio. Tra l’altro anche i nomi degli autori promettevano racconti saporiti da leccarsi i baffi. E allora via a ruota libera senza un ordine preciso tra pasticcio thailandese, brodetto e cacciucco, tagliatelle alla bolognese, pizza, melanzane, cannoli, latte di mandorla, soufflé, zuppe, carne, pesce, pane, dessert, tartufo bianco, ravioli con tartufo nero, due gamberi abbracciati nel caviale, timballo di pasta, il maiale con gli occhi a mandorla, Sacher destrutturata, porcini crudi, spaghetti all’aglio cinese o semplicemente aglio, olio e peperoncino, panino salame e peperoni, sfilatino di alici marinate e fettine di limone, sfoglia di funghi porcini con fonduta dop, risotto al cavolo rosso con guanciale, carpaccio di tonno marinato eccetera eccetera eccetera. Il tutto innaffiato con altri splendidi sciacquabudella.
Scontri simpatici, veloci dialoghi, battute irresistibili, ironia, frizzi, lazzi, nomignoli, soprannomi, prese in giro per ogni dove anche dei master chef, citazioni e riferimenti cultural-giallistici e di altro genere che servono a creare una sinfonia melodica di alta qualità.
E poi incontro con personaggi già conosciuti come Marta e Berta Miralles, Saverio Lamanna Piccionello e Suleima, Ghezzi e Carella, Viola (solo questa, per me, una gradita novità con il suo estro di vedere le persone a colori) i Vecchietti del Barlume, Lorenzo La Marca, Rocco Schiavone con tutte le loro particolari caratteristiche già conosciute, e scusate se ne ho saltato qualcuno, che riportano alla mente altre belle storie già lette.
E i morti ammazzati? Ci sono, ci sono, magari poi spariscono e si ritrovano da qualche altra parte infilati in un congelatore. E se non c’è nemmeno un morto ammazzato allora potremo assistere ad un esilarante processo contro chi abbia fregato o meno l’idea di una certa specialità gastronomica. O potrebbe anche succedere che i morti non siano morti e dunque ci potranno sempre raccontare da redivivi chi li ha ridotti in quel modo e per quale motivo.
Per non farla lunga siamo di fronte a racconti ottimamente orchestrati anche dal punto di vista giallistico con tutti i trucchi del mestiere dentro una allegra, simpatica, divertente atmosfera come la classica rimpatriata tra vecchi amici. E allora brindiamo “Cin cin!”
Buona lettura e buon appetito!
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