Pesci piccoli di Alessandro Robecchi, Sellerio 2024.
Milano, maggio e giugno 2023. Si parte con Teresa Comelli, donna delle pulizie, che sta pulendo (appunto) gli uffici della IGO, Italiana Grandi Opere, quando inciampa per le scale in un sacchetto provvisto (lo scoprirà a casa) di ben sessantacinquemila euro, diversi fogli in inglese e una chiavetta usb nera. Ma chi l’avrà perso o lasciato?…
Si continua con l’ormai noto giornalista scapolo benestante ultraquarantenne Carlo Monterossi (siamo alla decima avventura) impegnato in due lavori: investigare insieme ai soci Oscar Falcone e Agatina Cirrielli dei Sistemi Integrati su un furto alla citata IGO (vedi il sacchetto di Teresa) e, su richiesta forzosa di Flora De Pisis conduttrice del programma televisivo Crazy Love creato da lui stesso, recarsi al piccolo paese di Zelo Surrigone per rendersi conto di alcuni strani miracoli che lì sembrano avvenire (di mezzo un ex prete e una ex pornostar) e tirarci fuori magari una puntata da sballo.
Intanto la faccenda del ritrovamento di Teresa si complica perché la guardia notturna Stefano De Nardo si è accorta di quello che è successo e vuole organizzare un ricatto all’azienda stessa mediante l’eventuale restituzione del prezioso malloppo. Teresa diventerà una figura importante anche per il nostro giornalista. Il rapporto con questa donna semplice e dalla vita irta di difficoltà (l’ex marito non le paga mai l’assegno) lo porta a riflettere sulla sua esistenza e sulle scelte da compiere, mentre si allontana quello con la sua bella compagna Bianca. Non bastano più le canzoni di Bob Dylan, il profumato costosissimo whisky giapponese e la raffinata cucina della tata moldava Katrina a creargli un alone di spensieratezza. E anche il successo della trasmissione Crazy Love è diventata ormai per lui solo la Grande Fabbrica di Merda da cui prendere le distanze.
Esistono altre realtà più dure e stringenti che spingono al malaffare, come si rendono conto gli sfigati poliziotti Ghezzi e Carella dediti alla caccia di pesci piccoli (da qui il titolo del libro) costretti a mille espedienti per campare. Mentre nelle stesse forze dell’ordine girano figure ignobili, vedi il commissario corrotto Zanardi, e si perdono di vista i pesci grossi, quelli ricchi e potenti collegati strettamente alla criminalità.
Lungo tutta la storia avremo movimento, pedinamenti, colpi di scena, ricatti, contro ricatti insieme a macchiette, battute, ironia, sorriso e un continuo, incessante arrovellamento attraverso dubbi, domande, timori, tormenti su tormenti in una Milano oscura e inquietante.
Sulla narrazione di Robecchi riporto il commento quasi uguale che buttai giù per I cerchi nell’acqua del 2020 “La scrittura fila via liscia che è un piacere attraverso il volteggiare sinuoso delle parole che si muovono quasi motu proprio intorno ai tratti somatici, agli umori, ai sentimenti dell’animo, ai ricordi, ai momenti di improvviso sbandamento. Leggerezza, ritmo, che non vuol dire faciloneria espressiva. E’ la forza di una concatenazione verbale in continuo movimento senza perdere in profondità.”
Buona lettura.
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