Detective in cerca d’autore di Anthony Horowitz, Rizzoli 2023.
Si parte con un inizio davvero intrigante “Poco dopo le undici di uno sfavillante mattino primaverile, di quelli in cui il sole quasi bianco illude con una promessa di calore che non riesce a mantenere, Diana Cowper attraversò Fulham Road ed entrò in una agenzia di onoranze funebri.” Per fare cosa? Per organizzare il proprio funerale! Previsione azzeccata. Infatti sei ore più tardi sarà strangolata nel suo appartamento londinese con il cordone di una tenda.
Il caso viene affidato a Daniel Hawthorne, ex detective e ora consulente esterno della squadra omicidi. Il quale vorrebbe che il celebre giallista Anthony Horowitz, conosciuto da tempo, ci scrivesse sopra una bella storia tanto da diventare un bestseller i cui guadagni sarebbero divisi a metà.
Il coinvolgimento non sarà facile dato il carattere a dir poco spigoloso e arrogante di Daniel, ma l’autore del libro e nello stesso tempo personaggio, dopo qualche momento di titubanza (deve anche discutere la prima bozza della sua sceneggiatura di Tintin con il famoso regista Steven Spielberg e Peter Jackson) accetta incuriosito dalla faccenda. Avremo così un nuovo duo Sherlock-Watson del tutto eccentrico.
Prima riflessione. Dall’appartamento del crimine mancavano alcuni oggetti e gioielli, compreso un computer portatile e alcune stanze erano state buttate all’aria. Poteva trattarsi di un ladro, ma allora perché fare gli accordi con l’agenzia delle onoranze funebri? La signora doveva conoscere l’assassino, a cui si aggiunge la stranezza della scomparsa del suo gatto Mister Tibbs…
Complica ancora di più il caso l’episodio terribile di dieci anni prima quando Diana aveva travolto due bambini gemelli guidando senza occhiali, uccidendone uno sul colpo e lasciando l’altro invalido. Andando avanti nell’indagine si scopre che il padre l’aveva minacciata con un biglietto. Un possibile indiziato, anche se non sarà il solo.
Ma non è finita qui perché da Los Angeles è arrivato a Brick Lane l’attore famoso e figlio dell’uccisa Damian Cowper con la fidanzata Grace Lowell. Urge incontrarlo e il primo impatto è proprio quello di un uomo fascinoso con i “capelli corvini pettinati all’indietro, gli intensi occhi azzurri e la barbetta rifilata alla perfezione.” Da lui si apprende che la madre aveva paura, proprio di quel bambino salvatosi dall’incidente e che un testimone dell’accaduto era scomparso.
Qui un po’ mi fermo per non scoprire troppo la trama aggiungendo, però, che ci sarà un altro omicidio a complicare la faccenda. E che durante il funerale dalla bara uscirà il suono di una canzone da bambini. Perché? Quale il motivo? Incredibile…
Anthony Horowitz è riuscito a creare, tra gli altri personaggi ben delineati con particolari caratteristiche (ce ne sono diversi), questo nuovo duo, composto da lui stesso e da Daniel che riesce a intrigare per gli scontri, le schermaglie e le battute che si susseguono fra di loro. Anche perché Anthony non vuole fare solo la parte di Watson ma scoprire lui stesso la verità.
Verrà messo soprattutto in luce il mondo degli scrittori, del cinema e dello spettacolo dove emergono gelosie, vanità, invidie insieme alla grande voglia di sfondare. E poi i dubbi e le incertezze dell’indagine che mette a fuoco una ricca serie di storie personali e indizi sparsi un po’ dappertutto. Dove non manca, non poteva mancare anche il pericolo della vita stessa…
Quando tutto è compiuto ecco che il Nostrodeve buttar giù la storia in prima persona. E ci riesce bene attraverso una scrittura di classe egregiamente tradotta da Francesca Campisi.
Il libro è uscito nel 2017 con il titolo originale “The word is murder”.
Buona lettura.
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