A inaugurare le prime proiezioni di “Locarno76” sarà, il 2 agosto alle 15,30, presso il Palexpo (FEVI), un appuntamento molto amato dai festivalieri: la proiezione di un film muto con musiche eseguite dal vivo dall'Orchestra della Svizzera Italiana.
Quest’anno verrà riproposto The Lodger (Il pensionante, 1927), un titolo del primo periodo inglese di Alfred Hitchcock, che lo stesso regista considerava il suo primo film “alla Hitchcock”.
La trama
Il cadavere di una ragazza bionda viene ripescato dal Tamigi. È l'ennesima vittima di un omicida seriale che si firma “The Avenger” e che da tempo terrorizza Londra. Nella modesta pensione tenuta dai coniugi Bunting, a Bloomsbury, si presenta un nuovo cliente, Jonathan Drew che, per la sua abitudine di uscire nelle sere di nebbia nascondendo il volto in una sciarpa e sotto il cappello, non manca di destare sospetti.
I Bunting si confidano con Joe Betts, un poliziotto fidanzato con la figlia Daisy: questi, venuto a sapere che tra la ragazza e il pensionante c'è del tenero, non esita a trarlo in arresto.
Jonathan riesce fuggire, ma viene inseguito e raggiunto dalla folla inferocita intenzionata a linciarlo. Si salverà all'ultimo momento, grazie alla notizia della cattura del vero assassino. Il giovane viene scagionato e si scopre che, durante le notti nebbiose, usciva proprio per dare la caccia all’omicida, che aveva ucciso sua sorella.
Il primo film “alla Hitchcock”
La vicenda è ispirata ai delitti di Jack lo Squartatore. E contiene prefigurazioni di quello che sarebbe stato lo stile del regista. Così Hitchcock presenta The Lodger ne Il cinema secondo Hitchcock, celebre libro-intervista curato da François Truffaut: “Partendo da una trama semplice, sono stato costantemente animato dalla volontà di presentare per la prima volta le mie idee in forma puramente visiva.”
Hitchcock mette infatti in scena il percorso della notizia della giovane donna uccisa all’inizio: “Seguiamo un giornalista che parla al telefono con la propria agenzia, la notizia viene battuta sulla macchina dell’agenzia, poi è ritrasmessa e arriva sulle telescriventi… Nei club la gente ne prende conoscenza, poi è annunciata alla radio e appresa da coloro che l’ascoltano, infine passa sul giornale luminoso nella strada come a Times Square; a ogni passaggio aggiungo un’informazione supplementare, così se ne ricava un quadro sempre più ampio… Quest’uomo uccide soltanto le donne… Invariabilmente le bionde… Sempre il martedì… Quante volte l’ha fatto… Poi il giornale della sera è stampato e venduto nelle strade.”
The Lodger è hitchcockiano non solo per l’approccio “visivo” al racconto, ma anche per il tema trattato, ricorrente nella filmografia del regista inglese: il protagonista accusato di un delitto che non ha commesso (pensiamo, tra gli altri, a Giovane e innocente, Il ladro, Intrigo internazionale). Spiega il cineasta: “In effetti il motivo dell’uomo accusato ingiustamente procura allo spettatore una sensazione di pericolo più forte, perché ci si immedesima più facilmente con quest’uomo che non con un colpevole in procinto di evadere. Tengo sempre presenti le reazioni del pubblico.”
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