Colpo di ritorno di Giancarlo De Cataldo, Einaudi Stile Libero Big 2023.
Partiamo dal morto ammazzato Giuseppe Capomagli, in arte mago Narouz, cinquantasette anni originario di Strangolagalli, comune di Ciociaria, ucciso nello studio della sua casa in Trastevere tra le una e trenta e le due di notte con il capo sfondato da un oggetto contundente non ritrovato. Probabilmente, sapremo in seguito, dalla statua sparita del sireno barbuto Dagon, un’antica divinità di due o tre chili che poteva benissimo essere l’arma del delitto.
Continuiamo con chi deve risolvere il problema, ovvero il Pubblico Ministero Manrico Leopoldo Costante Severo Fruttuoso Spinori della Rocca dei conti di Albis e Santa Gioconda. Più semplicemente Manrico il “contino” che ha ricevuto l’incarico, prima affidato ad un altro, dal procuratore capo Gaspare Melchiorre.
Chiarisco subito che i sospettati non mancano, anzi ce ne sono fin troppi, a partire dalla senatora Bianca Maria Olivieri, cliente assidua del mago a cui si aggiungeranno, per vari motivi, fra cui le continue minacce di morte via Web con i nomi più roboanti: il cognato Silvestro Boni che l’ha trovato; la signora altolocata Cornelia Villalta; l’onorevole Frosoni; le sorelle Floriana e Doriana Bucci; lo Squalo Tigre; il mago Gayan, al secolo Cicciaroni Ubaldo; Giusy Flakki, presentatrice televisiva e la rivale Alessia Mantelli; lo Squalo Tigre; Vade Retro Satana; l’associazione Azazel con il capo Asmodeus e magari me ne sono perso qualcuno. Ergo, assisteremo ad una lunga sequela di interrogatori, da farsi con le dovute cautele, per carpire eventuali punti oscuri delle dichiarazioni rilasciate.
Al centro, naturalmente, il nostro Manrico (assomiglia a Marcello Mastroianni), calmo, compassato e nello stesso tempo fermamente deciso, con il pallino della musica operistica, tormentato da certi ricordi dell’ex moglie Adelaide e dal rapporto non del tutto chiaro con la nuova compagna Maria Giulia, madre di due figlie completamente diverse: l’Irragionevole e la Mite. Tra l’altro non disdegna altri incontri frizzanti con la storica fiamma del liceo Sibilla Nalli. Sua madre la contessa Elena ludopatica che, dopo la morte del marito, ha praticamente distrutto il patrimonio di famiglia compreso il palazzo Wan Winkel, accudita dal maggiordomo Camillo, e suo figlio Alex aspirante musicista. Aiutato da una squadra, giustamente eterogenea per mansioni e caratteri, fra cui spiccano Deborah Cianchetti dai metodi spicci e la sua amica Gavina Orru esperta informatica. Un viaggio, dunque, all’interno di certi protagonisti dove affiorano sentimenti diversi come l’amore, la passione, il tradimento, il dubbio, l’insicurezza delle relazioni, le false aspettative in una società che sta velocemente cambiando.
Saremo anche proiettati nel mondo fantasmagorico, illusorio e ingannevole dei maghi esplorato anche dal punto di vista storico-religioso-filosofico e frequentato da una clientela variegata fra cui gente dello spettacolo e pezzi grossi della politica, i potenti che decidono le carriere. Vedremo come questo mondo venga sfruttato cinicamente da certe trasmissioni televisive e come possa scatenare casini nell’universo dei social. Tanto che ad un certo punto Manrico verrà esonerato per non creare ulteriori problemi.
Ma il Nostro è bello tosto e continuerà l’indagine, tra l’altro complicata da un secondo omicidio, che arriverà a buon fine soprattutto per una felice intuizione materna e per un’opera di riferimento che si adatta perfettamente alla presente storia, ovvero La dama di picche di Čajkovskij. Se la conoscete, cari lettori, avrete risolto il caso anche voi.
Buona lettura.
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