L’ora del becchino di Margery Allingham, Mondadori 2023.
La casa dove abitano i Palinode come pensionanti è gestita da Renee Roper, ex artista di varietà e vecchia conoscenza di Campion. Sconvolta per quelli che ritiene due omicidi ha invitato l’amico a casa sua per risolvere il problema. Il Nostro prima rifiuta ma poi accetta, anche perché arriva una lettera al suo factotum Magersfontein Lugg da parte del cognato, il becchino Jas Bowels, che lo prega di portare Campion per lo stesso motivo. Che cosa è successo?…
E’ morta Ruth Palinode e una lettera anonima accusa il medico che l’ha visitata di averlo fatto troppo frettolosamente, magari come complice del delitto. Dalla riesumazione della salma si scopre in effetti una forte quantità di scopolamina, praticamente un veleno tratto dal Giusquiamo, pianta che si trova anche nel parco cittadino. Per lo stesso motivo viene riesumato anche il corpo del fratello Edward, ma questa volta l’esito è quello previsto dal medico, ovvero morte per problemi cardiaci.
Dunque tutto gira intorno alla famiglia Palinode, diventata povera per certe sbagliate speculazioni finanziare di Edward, composta dai fratelli Evadne, Lawrence, Jessica e la nipote Clizia White, ognuno con il suo bel carattere e atteggiamento spiccato, talora pure ridicolo, diverso dagli altri. Condividono la loro esistenza con i rimanenti inquilini della pensione, ovvero l’ex attore Clarence Grace e l’ex militare capitano Alastair Seton.
Sarà un percorso irto di difficoltà quello di Campion “Alto e allampanato” con i capelli “di un biondo quasi bianco” e gli “occhiali con la montatura di corno “ che lo rendono completamente anonimo (però veste elegante), insieme all’ispettore Charlie Luke, un “duro” dai “muscoli possenti”, tanto per creare evidente contrasto.
Molti, troppi gli eventi che si attorcigliano fra loro: misterioso traffico di bare che escono di notte, un suicidio con il cianuro, errate (già detto) speculazioni finanziarie, azioni bancarie particolari legate allo sfruttamento di certe miniere gestite da una banca cittadina, altri due tentativi di omicidio e altre lettere anonime, fatti di cronaca nera che si sovrappongono, ricatto. Un puzzle difficile, un ginepraio, una matassa ingarbugliata anche per il Nostro che però sembra, ad un certo punto, dipanarla “A mio modo di vedere, occorre tenere a mente che la matassa è composta da due fili di colore diversi. Resta da capire se le due estremità sono legate. Io credo di sì, ma non ne sono sicuro. Lei che ne pensa?” rivolgendosi a Charlie Luke “Veramente non sono certo di riuscire a pensare.”
Ma non c’è proprio bisogno dell’ispettore. Basta ricordarsi di certi bicchieri di sherry, di certi fiori finti, di una boccetta con il veleno e il gioco è fatto…
Scrittura ora vivace e ironica (da manuale la coppia “comica” Jan Bowels e figlio), ora però stancante, troppo ricca di riferimenti e citazioni. Da leggere, perciò, con calma, con molta calma e attenzione.
All’interno il racconto Le sorelle Munafò di Maria Lucia Martinez.
E’ scomparso Pietro Schepisi a Lentini. Trovata solo la sua macchina alla stazione. La moglie Carmela e le cognate Nuzza e Santa, le sorelle Munafò, dichiarano che fosse nervoso per avere contratto debiti da gioco. Dalle voci che girano intorno, però, la prof. Ersilia Storace viene a sapere che il suddetto Pietro “un buttaniere è” che fa la corte alla parrucchiera Pamela Iannitto. Per la nuova detective lady un bel caso da risolvere dentro la cornice del simpatico dialetto siciliano.
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